Nel corso della giornata del 8 aprile, il Sud Sudan ha annunciato la decisione di accogliere un cittadino della Repubblica Democratica del Congo espulso dagli Stati Uniti. Tale scelta si è verificata dopo una situazione diplomatica complessa che aveva visto Washington revocare tutti i visti rilasciati ai cittadini sudsudanesi. L'incidente iniziale riguardava l'identità errata di una persona espulsa dagli Stati Uniti, identificata erroneamente come sudsudanese. Il governo di Juba ha chiarito che tale persona era in realtà un congolese utilizzando un nome falso. Malgrado ciò, il paese ha deciso di accogliere l'uomo per preservare buoni rapporti con gli Stati Uniti.
La situazione diplomatica tra il Sud Sudan e gli Stati Uniti si è deteriorata velocemente quando il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha accusato il Sud Sudan di non voler collaborare nel ritorno dei propri cittadini espulsi. Questo comportamento, secondo Rubio, avrebbe sfruttato indebitamente le politiche migratorie americane. Tuttavia, il ministero degli esteri del Sud Sudan ha ribadito la propria completa collaborazione in materia d’immigrazione ed espulsioni, spiegando che il rifiuto precedente derivava dall'errore sull'identità del soggetto in questione.
Pur ammettendo l'errore, il Sud Sudan ha dichiarato il proprio impegno verso la pace e l'amicizia con gli Stati Uniti, accettando quindi l'arrivo del congolese previsto per il 9 aprile. Tale gesto dimostra la volontà del paese di mantenere relazioni positive con Washington, anche se lo scenario interno resta fragile. Il Sud Sudan, infatti, continua ad affrontare sfide significative legate all'instabilità politica e alla tensione civile, soprattutto dopo l'abrogazione dell'accordo di pace del 2018 da parte dell'opposizione.
Le autorità di Juba hanno assicurato la loro intenzione di continuare a collaborare con gli Stati Uniti per facilitare il rimpatrio dei propri connazionali espulsi. A sua volta, la portavoce del dipartimento di stato Tammy Bruce ha espresso la disponibilità di Washington a riesaminare la revoca dei visti se verranno forniti segnali concreti di cooperazione da parte del Sud Sudan. Questo episodio rivela come la diplomazia internazionale possa essere influenzata da errori burocratici e da dinamiche complesse.
Nonostante la soluzione temporanea raggiunta con l'accoglienza del congolese, le tensioni interne al Sud Sudan rimangono un motivo di preoccupazione globale. Dopo aver ottenuto l'indipendenza dal Sudan nel 2011, il paese si trova ancora immerso in un contesto di instabilità cronica. La recente abrogazione dell'accordo di pace del 2018, causata dall'arresto del vicepresidente Riek Machar, alimenta timori di una nuova escalation nella guerra civile. Le Nazioni Unite osservano con attenzione, sperando di prevenire uno scenario catastrofico.