Il tecnico del Manchester City ha espresso il proprio disappunto verso la gestione del calendario da parte della Premier League. Secondo lui, le partite finali della stagione sono state pianificate in modo sbilanciato, mettendo a repentaglio le possibilità della sua squadra di qualificarsi per la Champions League. Con una gara in meno rispetto ai rivali diretti e un avversario motivato come il Bournemouth, la situazione si presenta complicata. Guardiola ha evidenziato come decisioni simili abbiano beneficiato altre squadre, come l’Aston Villa, fornendo loro più tempo per prepararsi.
Nel cuore di una stagione ricca di emozioni, il Manchester City si trova immerso in una battaglia serrata per raggiungere le prime cinque posizioni della classifica inglese. In questo contesto, il calendario programmato dalla Premier League ha suscitato forti critiche dal manager catalano Pep Guardiola. Durante una conferenza stampa, il tecnico ha ribadito come la mancanza di equilibrio nel riposo tra le squadre possa influenzare negativamente i risultati. Il City dovrà affrontare il Bournemouth martedì prossimo, con quest'ultimo impegnato nello stesso obiettivo europeo. Nel frattempo, squadre come l'Aston Villa hanno beneficiato di un rinvio della propria partita finale, ottenendo così ulteriore tempo di recupero prima della sfida decisiva.
Inoltre, Guardiola ha fatto notare che la scelta del calendario sembra spesso favorire determinate squadre o partite televisive, senza tener conto delle esigenze sportive. Questo scenario ha creato uno squilibrio che potrebbe compromettere le ambizioni del City, nonostante gli sforzi costanti degli ultimi nove anni.
Da un punto di vista giornalistico, questa controversia solleva importanti domande sulla trasparenza e l'imparzialità della gestione dei calendari sportivi. La pressione mediatica e finanziaria sembra talvolta sovrastare le esigenze delle squadre stesse. Come lettori, possiamo riflettere su quanto sia necessario garantire condizioni equilibrate per tutte le squadre coinvolte, evitando privilegi basati su considerazioni esterne al gioco. Solo così sarà possibile preservare l'integrità sportiva e mantenere vivo lo spirito competitivo del calcio moderno.