Il match decisivo per la Coppa Italia tra Milan e Bologna si è svolto all’Olimpico, in un clima teso e ricco di controversie arbitrali. Dopo un primo tempo caratterizzato da intensità e poche occasioni chiare, è stato il gol di Ndoye nel secondo tempo a segnare la differenza. Nonostante l’insistenza milanista, i felsinei hanno resistito con determinazione, sigillando così una vittoria storica dopo 51 anni.
L’incontro ha avuto un inizio esplosivo, con entrambe le squadre che subito mostravano le loro intenzioni offensive. Da un lato Leao sfrecciava lungo la fascia sinistra, dall’altro Orsolini tentava di perforare la difesa rossonera. Maignan e Skorupski si sono trovati presto coinvolti in azioni cruciali, mentre Castro e Jovic cercavano di aprire lo spettacolo con conclusioni ravvicinate. Tuttavia, man mano che il tempo passava, l’intensità iniziale sembrava scemare, lasciando spazio a momenti di maggiore controllo tattico.
Un episodio chiave del primo tempo è emerso al 38esimo minuto, quando Pavlovic è stato coinvolto in un presunto fallo su Holm. L’arbitro, tuttavia, non ha ritenuto necessario intervenire, suscitando l’ira della panchina bolognese. Pochi minuti dopo, Tomori ha visto il cartellino giallo per un fallo su Ndoye, ulteriore segno della crescente tensione sul campo. Prima della pausa, Ferguson ha fermato un contropiede di Leao con un intervento deciso, ma il Milan continuava a protestare per una presunta gomitata di Beukema su Gabbia.
All’inizio del secondo tempo, Leao ha nuovamente messo in difficoltà la difesa bolognese, prima di essere bloccato in corner. La partita ha raggiunto il suo punto di svolta quando Ndoye, grazie a una mossa brillante, ha battuto Maignan, portando i felsinei in vantaggio. Il Milan ha risposto con un tentativo di Fofana, ma senza successo. Conceicao ha effettuato un triplo cambio inserendo Gimenez, Walker e Joao Felix, mentre Italiano ha optato per un approccio più difensivo sostituendo Fabbian con Pobega.
Nel finale, il Milan ha aumentato la pressione, ma il pressing preventivo del Bologna ha dimostrato efficacia e dinamismo. L’arbitro Mariani ha perso gradualmente il controllo dell’incontro, ignorando alcuni falli evidenti. Abraham e Chukwueze sono stati schierati per dare ulteriore slancio all’attacco rossonero, ma il risultato non è cambiato. Beukema ha concluso la partita con una fasciatura alla testa dopo aver perso molto sangue, simbolo della durezza del confronto.
Dopo decenni di attesa, il Bologna ha trionfato, celebrando una vittoria memorabile sotto la guida di Vincenzo Italiano. Con determinazione e strategia, i felsinei hanno saputo gestire la pressione del Milan, confermando il proprio titolo con un’ottima gestione del gioco e del tempo. Questo trofeo rappresenta un momento epocale per la storia del club.