Il film "La vita da grandi" racconta la storia di due fratelli, uno con autismo e l'altra una sorella che impara a conoscere il fratello in modo profondo. Attraverso le lenti di una relazione familiare complessa, il regista esordiente Greta Scarano e la protagonista Matilda De Angelis narrano un viaggio di scoperta e accettazione. L'opera è ispirata alla vera storia di Margherita e Damiano Tercon, catturando emozioni genuine e toccando temi universali.
Inoltre, il film si concentra sull'autenticità delle relazioni umane e sulla necessità di superare stereotipi riguardanti l'autismo. Con Yuri Tuci nel ruolo del fratello autistico, il film mette in evidenza come la musica e le aspirazioni personali possano diventare un ponte per connettere due anime diverse.
Gli spettatori seguono Irene, interpretata da Matilda De Angelis, mentre torna nella sua città natale per prendersi cura del fratello maggiore Omar, interpretato dal debuttante Yuri Tuci. La trama sviluppa un rapporto profondo tra i due personaggi, mostrando come l'amore familiare possa crescere attraverso momenti difficili e scoperte personali.
Il film esplora l'evoluzione del legame tra Irene e Omar, partendo da un'iniziale estraniazione fino ad arrivare ad una comprensione reciproca. Le loro vite sono intersecate da sogni comuni e divergenze individuali, creando una narrazione ricca di emozioni e riflessioni. A mano a mano che Irene impara ad apprezzare il fratello per ciò che è veramente, il pubblico assiste ad una trasformazione significativa nei loro rapporti. Il viaggio di scoperta di Irene rappresenta una metafora per tutti coloro che hanno un parente con disabilità, mostrando come l'accettazione possa portare a nuove dimensioni di amore e rispetto.
Attraverso situazioni quotidiane e dialoghi sinceri, il film riesce a trasmettere l'importanza dell'empatia e della comunicazione all'interno di una famiglia. Gli attori portano a vita personaggi realistici, permettendo al pubblico di identificarsi con le loro lotte e vittorie. In particolare, Yuri Tuci interpreta Omar con un fascino genuino, rendendo visibili le sfide e le gioie dell'autismo. Questa rappresentazione autentica aiuta a rompere gli stereotipi tradizionali, promuovendo una visione più inclusiva della diversità.
La regista Greta Scarano ha intrapreso un lungo processo di scrittura insieme a Tieta Madia e Sofia Assirelli, cercando di trovare la giusta chiave narrativa per questa storia. Lo scopo era quello di andare oltre le semplici descrizioni dell'autismo, toccando sentimenti e relazioni in maniera profonda ma accessibile.
Scarano rivela che l'idea del film è nata durante la pandemia, dopo aver scoperto il talento di Margherita e Damiano Tercon grazie al programma televisivo Italia's Got Talent. Inspirandosi dal loro libro "Mia sorella mi rompe le balle", la regista ha deciso di portare questa storia sul grande schermo. Durante la conferenza stampa, ha discusso del difficile equilibrio tra essere attrice e regista, riconoscendo come queste due professioni siano complementari ma richiedano approcci differenti. Il risultato finale è un'opera che combina delicatezza e ironia, offrendo un ritratto autentico delle dinamiche familiari. La collaborazione con gli sceneggiatori ha permesso di arricchire la storia, aggiungendo strati di complessità e autenticità alle relazioni tra i personaggi.