Cronaca
Giudizi severi per attivisti britannici: le conseguenze delle proteste contro i combustibili fossili
2025-03-07

Nel contesto della lotta ambientale, il 7 marzo la giustizia britannica ha confermato in appello pene detentive pesanti per sedici membri dell'organizzazione Just stop oil. Questa decisione ha sollevato dibattiti e reazioni contrastanti tra i difensori del diritto di manifestazione e le autorità. Gli attivisti erano stati condannati a pene che variavano da quindici mesi a cinque anni per aver partecipato a diverse azioni di protesta, tra cui il blocco di un'autostrada vicino alla capitale. Sebbene sei di loro abbiano ottenuto una riduzione della pena, questa sentenza è stata considerata eccessiva da molte organizzazioni ambientaliste, che temono possa avere ripercussioni sul futuro delle proteste pacifiche nel paese.

L'appello riguardava sedici individui coinvolti in varie attività di protesta organizzate da Just stop oil, un gruppo britannico che richiede al governo di vietare i combustibili fossili entro il 2030. Le iniziative includono azioni spettacolari come interruzioni durante eventi sportivi e mostre museali. Cinque dei sei attivisti che hanno visto le loro pene ridotte erano stati originariamente condannati a periodi compresi tra quattro e cinque anni di reclusione nel luglio 2024. Tra questi c'è Roger Hallam, uno dei fondatori dell'organizzazione. Nonostante i modesti sconti concessi, le sentenze rimangono senza precedenti nella storia moderna del Regno Unito, secondo quanto dichiarato dal legale Danny Friedman.

Le reazioni alle sentenze sono state immediate e vivaci. Subito dopo la lettura della decisione, venti attivisti presenti nell'aula si sono alzati dai banchi, voltando le spalle alla giudice Sue Carr e indossando magliette con la scritta "Corruzione in tribunale". Areeba Hamid, codirettrice esecutiva di Greenpeace UK, ha espresso preoccupazione per il fatto che tali pene non dovrebbero essere ammesse in una democrazia che garantisce il diritto di manifestazione. Katie de Kauwe, avvocata di Friends of the Earth, ha tuttavia riconosciuto un aspetto positivo, notando che la sentenza ha preso in considerazione le motivazioni degli accusati e le protezioni garantite dalla Convenzione europea dei diritti umani.

Le organizzazioni ambientaliste temono che questa sentenza possa avere forti ripercussioni sul diritto a partecipare a manifestazioni pacifiche nel Regno Unito. La procura, d'altra parte, sostiene che gli attivisti di Just stop oil abbiano agito oltre i limiti della ragionevolezza, enfatizzando la pericolosità delle loro azioni. Questo caso mette quindi in risalto la tensione tra il diritto alla protesta pacifica e la necessità di mantenere l'ordine pubblico, creando un dibattito significativo sulla natura e sui confini della libertà di espressione in una società democratica.

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