Il metallo prezioso ha raggiunto un livello senza precedenti, sfiorando i 3.435 dollari l'oncia. Questo traguardo è stato reso possibile grazie a una concomitanza di eventi che hanno scosso i mercati internazionali. La debolezza del dollaro americano, unita alle critiche incessanti del presidente Donald Trump nei confronti della Federal Reserve e del suo governatore Jerome Powell, ha creato un clima di instabilità che ha spinto gli investitori a cercare rifugio in beni considerati più sicuri.
Inoltre, le tensioni legate alla guerra commerciale hanno ulteriormente stimolato la domanda di oro. Questa situazione non è nuova, ma negli ultimi mesi si è accentuata notevolmente. Gli analisti osservano come i movimenti del metallo giallo siano diventati sempre più sensibili agli sviluppi geopolitici e alle politiche monetarie delle principali economie mondiali.
Le accuse lanciate dal presidente USA contro Jerome Powell hanno sollevato ondate di preoccupazione tra gli operatori finanziari. Trump ha suggerito la possibilità di rimuovere Powell dalla sua posizione, affermando che una riduzione drastica dei tassi d’interesse sarebbe necessaria per supportare l'economia americana. Un passo del genere metterebbe a repentaglio l'autonomia della banca centrale, un principio fondamentale per mantenere la fiducia nei mercati finanziari.
Austan Goolsbee, presidente della Fed di Chicago, ha espresso preoccupazione riguardo alle conseguenze di tale mossa. Secondo Christopher Wong, strategist presso la Oversea-Chinese Banking Corp., il licenziamento di Powell rischierebbe di politicizzare la politica monetaria statunitense, innescando un’ondata di vendite sul dollaro e aumentando la richiesta di oro come protezione contro la volatilità.
La crescita del valore dell'oro non è un fenomeno recente. Negli ultimi mesi, il metallo giallo ha beneficiato di un crescente nervosismo nei mercati, influenzato da un conflitto commerciale sempre più acceso e da timori di un rallentamento globale. I dati mostrano che i fondi ETF sostenuti da lingotti hanno registrato afflussi per dodici settimane consecutive, un trend mai visto dal 2022.
Le banche centrali hanno continuato ad accumulare oro, consolidando la sua posizione come bene strategico a livello planetario. In questo contesto, la Cina ha avvertito altri Paesi di evitare accordi commerciali con gli Stati Uniti che potrebbero danneggiare i propri interessi. Mentre attendiamo nuovi dati dal Fondo Monetario Internazionale, le previsioni indicano un ulteriore abbassamento delle prospettive di crescita economica globale.
Le grandi istituzioni finanziarie stanno rivisitando le loro proiezioni in modo significativo. Goldman Sachs, nota per le sue analisi dettagliate, prevede che il valore dell'oro potrebbe raggiungere i 4.000 dollari l'oncia entro la metà del prossimo anno. Benché audace, questa previsione appare plausibile se il clima di incertezza dovesse persistere nei mercati.
Con la Federal Reserve sotto pressione politica e il dollaro che continua a perdere terreno, l'oro conferma il suo ruolo di primo piano come bene rifugio. Gli esperti concordano sul fatto che, in un mondo caratterizzato da guerre commerciali e ombre economiche, il metallo giallo rappresenta una garanzia di stabilità per chi cerca di preservare il proprio patrimonio.