In questa edizione del Trento Film Festival, l'attenzione si concentra sul rapporto tra natura e cinema. La manifestazione, guidata da Mauro Gervasini, esplora nuove frontiere cinematografiche, includendo il western di montagna come genere particolarmente affascinante. Questa iniziativa amplia la visione tradizionale del festival, che si è sempre concentrato sui documentari alpinistici.
Gervasini discute le sfide legate alla selezione dei film, l'uso innovativo delle tecnologie moderne e l'inclusione di opere di finzione. Il festival cerca di equilibrare il desiderio del pubblico per i documentari con una varietà di stili cinematografici, mantenendo un occhio attento alle questioni ambientali e culturali contemporanee.
Il Trento Film Festival continua a evolversi, integrando forme innovative di narrazione cinematografica all'interno della sua struttura consolidata. Gervasini sottolinea l'importanza di preservare le radici storiche del festival mentre introduce nuovi contenuti. L'obiettivo è quello di coinvolgere un pubblico più ampio senza perdere la sua identità caratteristica.
La selezione dei film per il festival richiede un approccio accurato e sensibile. Gervasini spiega come abbia lavorato per selezionare opere che rispettino le tradizioni del cinema di montagna, ma che introducano anche nuove tecniche narrative. Le innovazioni tecnologiche, come l'uso di droni e GoPro, sono state incorporate in modo creativo, garantendo che non diventino solo gadget ma strumenti narrativi significativi. Ad esempio, Nella pelle del drago di Katia Bernardi utilizza il drone in modo originale, dimostrando come queste tecnologie possano arricchire la storia piuttosto che distrarre dal suo nucleo essenziale. Questo equilibrio tra tradizione e innovazione è fondamentale per mantenere il fascino del festival.
Una delle novità più interessanti di questa edizione è la sezione dedicata al western di montagna. Gervasini, insieme al collaboratore Gianluigi Bozza, ha ideato questa proposta per esplorare una dimensione meno conosciuta del genere western. Includendo film come L'ultimo dei Mohicani del 1920 e Terra lontana di Anthony Mann, la sezione offre uno sguardo diverso sulla narrativa cinematografica ambientata in luoghi montuosi.
Questa iniziativa riflette l'impegno del festival ad ampliare i confini del cinema di montagna, integrandolo con altri generi. I film selezionati per la sezione western di montagna non solo mostrano la bellezza delle regioni alpine ma anche la loro complessità culturale e storica. Ad esempio, Donde los árboles dan carne, ambientato nella Pampa, apre una finestra su mondi diversi dai classici paesaggi desertici associati al western tradizionale. Questa inclusione di culture diverse arricchisce il programma del festival, offrendo agli spettatori l'opportunità di scoprire nuove prospettive cinematiche. Il risultato è un mix dinamico di storie che superano i confini convenzionali del genere, creando una nuova forma di narrazione cinematografica.