Gli scambi finanziari europei iniziano la giornata con piccoli cali, conclusasi una settimana segnata da importanti sviluppi legati alle politiche tariffarie e alle decisioni delle banche centrali. Le preoccupazioni per l'economia mondiale crescono a causa delle future tariffe commerciali, mentre le principali istituzioni monetarie previsionano un rallentamento economico. In Giappone, l'inflazione supera le aspettative, registrando il 3,7% nel mese di febbraio.
La sessione si presenta tranquilla sotto il profilo macroeconomico, ma potrebbe essere influenzata dalla cosiddetta "giornata delle quattro streghe", che porta volatilità ai mercati. Nel frattempo, lo spread tra Btp e Bund rimane stabile a 112 punti base, mentre i prezzi delle materie prime e le valute mostrano movimenti significativi.
I mercati azionari europei riflettono incertezze globali, influenzate dalle prossime misure tariffarie e dalle dichiarazioni delle banche centrali. L'indice Ftse Mib italiano oscilla intorno ai 39.200 punti, con alcune aziende come Mps che registrano guadagni, mentre altre, come Moncler e Stm, subiscono perdite. La paura di un impatto negativo sui flussi commerciali alimenta la prudenza degli investitori.
L'attenzione è focalizzata sugli effetti della guerra commerciale, con nuove tariffe programmate a partire dal 2 aprile. La Federal Reserve e la Banca Centrale Europea hanno espresso preoccupazioni riguardo alla crescita economica globale, mentre la Bank of England e la Bank of Japan mantengono i tassi costanti per valutare gli sviluppi futuri. In Giappone, l'inflazione ha sorpreso positivamente, raggiungendo il 3,7%, un dato che supera le previsioni e solleva domande sull'efficacia delle politiche attuali.
Nel settore obbligazionario, lo spread tra i titoli italiani (Btp) e tedeschi (Bund) si stabilizza a 112 punti base. Il rendimento del decennale tedesco si attesta al 2,77%, mentre quello italiano tocca il 3,89%. Questi numeri riflettono la cautela degli investitori, che preferiscono strumenti sicuri in un contesto di incertezza economica.
Le materie prime mostrano dinamiche contrastanti. Il petrolio Brent risale a 72 dollari al barile, indicando un aumento della richiesta o tensioni geopolitiche. L'oro, tradizionale rifugio sicuro, viene quotato a 3.033 dollari, sottolineando l'ansia diffusa tra gli operatori. Sul fronte valutario, l'euro si deprezza contro il dollaro, scendendo a 1,083, mentre il dollaro giapponese si rafforza, arrivando a 149,4 yen. Le criptovalute, come il Bitcoin, mantengono una posizione stabile a 84.000 dollari, segno di fiducia limitata in questo momento critico.