Nel cuore del 2024, l'acclamato fisico Giorgio Parisi ha lanciato un appello pressante alla comunità scientifica internazionale attraverso le pagine della prestigiosa rivista Nature. Egli ha sottolineato la necessità di non affidarsi esclusivamente al settore privato per lo sviluppo e il controllo delle tecnologie di intelligenza artificiale (IA). L'appello richiamava l'attenzione sulla possibilità di creare una infrastruttura pubblica europea simile al Cern, che potrebbe fungere da modello per organizzare e mobilitare risorse a livello internazionale. Questa iniziativa mira a garantire che l'IA sia utilizzata per il bene comune e non solo per fini commerciali.
Il professor Giuseppe Attardi, pioniere nella ricerca sull'IA, sostiene con fervore l'idea di un centro di ricerca pubblico europeo. Nel 2023, durante un incontro tra i principali attori del G7, Attardi ha sollevato l'importanza di dotare i ricercatori europei delle risorse necessarie per costruire modelli di IA avanzati. Secondo lui, l'Europa non è indietro nel campo dell'IA perché manca di competenze tecniche, ma piuttosto perché manca delle infrastrutture finanziarie e logistiche necessarie. Un centro di ricerca pubblico potrebbe invertire questa tendenza, attrarre talenti globali e promuovere nuove direzioni di ricerca che le aziende private trascurano.
Attardi enfatizza come un tale centro potrebbe offrire libertà di ricerca e flessibilità, permettendo ai ricercatori di concentrarsi su obiettivi di lungo termine senza interferenze esterne o pressioni politiche. Questo approccio potrebbe portare a scoperte rivoluzionarie, proprio come accadde con le reti neurali e gli studi sull'mRNA. La vera differenza, secondo Attardi, sta nella capacità di perseguire progetti innovativi e rischiosi che le aziende private spesso evitano.
L'opposizione all'iniziativa proviene sia dalla comunità scientifica che politica, con alcuni temendo la perdita di finanziamenti e altri guardando con scetticismo a un'infrastruttura così ambiziosa. Tuttavia, Attardi sottolinea che l'alternativa è peggiore: senza un'istituzione pubblica capace di guidare il progresso scientifico, l'evoluzione dell'IA sarà dominata dalle logiche del mercato, lasciando l'Europa indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina.
La creazione di un Cern per l'IA rappresenta quindi una visione lungimirante che potrebbe rinvigorire la leadership europea in questo campo cruciale. Non si tratta solo di competere con le grandi potenze tecnologiche, ma di esplorare nuove frontiere scientifiche e garantire che l'IA serva realmente l'umanità intera.
Dalla prospettiva di un osservatore, questa discussione evidenzia l'importanza di bilanciare l'innovazione tecnologica con la responsabilità sociale. La creazione di un centro di ricerca pubblico potrebbe non solo migliorare la posizione competitiva dell'Europa, ma anche promuovere uno sviluppo più equo e sostenibile dell'IA. È tempo che scienziati, governi e cittadini si uniscano per affrontare questa sfida insieme, garantendo che l'IA diventi uno strumento al servizio di tutti.