Il match al San Siro si è presentato come una vera e propria sfida tra due colossi del pallone, dove ogni passaggio e ogni tiro hanno avuto un peso enorme. Oltre ai risultati finali, è stata l’abilità e la strategia a fare la differenza.
Prima dell’incontro, i catalani mostravano una certa apprensione riguardo alle loro prestazioni in trasferta in Italia. Nonostante ciò, il Barcellona era determinato a rovesciare le previsioni. La lunga serie di imbattibilità casalinga dell’Inter, unita alla loro abilità offensiva, rendeva il confronto ancora più intrigante.
Le statistiche parlavano chiaro: il Barça aveva vinto solo cinque partite su ventiquattro disputate in terra italiana, con una percentuale di vittorie inferiore rispetto ad altre nazioni. Tuttavia, la loro forza offensiva era evidente, con quaranta gol segnati fino a quel punto nella competizione.
Nonostante il Barcellona avesse cominciato dominando dal punto di vista del possesso palla, raggiungendo quasi il settanta percento nei primi quindici minuti, è stato l’Inter a colpire per primo grazie a Denzel Dumfries e Lautaro Martínez. Questo gol, il nono del giocatore argentino nella stagione, ha segnato un record personale per la squadra nerazzurra.
Il rigore controverso poco prima dell’intervallo, convertito da Hakan Çalhanoğlu, ha ulteriormente complicato la situazione per i catalani. Le statistiche del primo tempo rivelavano un Barça tecnicamente superiore, ma incapace di tradurre questo vantaggio in reti decisive.
Nel secondo tempo, il Barcellona ha dimostrato tutta la sua forza, riducendo velocemente lo svantaggio grazie a Eric García e Dani Olmo. Il possesso palla si è spostato decisamente verso i blaugrana, con un’enorme percentuale di azione concentrata nella metà campo avversaria.
Raphinha ha portato la speranza di una nuova rimonta storica con il suo tredicesimo gol nella competizione, ma l’esperienza difensiva dell’Inter ha prevalso. Francesco Acerbi, uno dei giocatori più anziani ad aver segnato in una semifinale di Champions League, insieme a Davide Frattesi, hanno sigillato il successo nerazzurro.
Questo incontro ha lasciato tracce indelebili sia sul piano tattico che su quello emotivo. L’ottava eliminazione del Barcellona in semifinale di Champions League, pari a quella del Real Madrid, solleva interrogativi sulla strategia di Hansi Flick.
I numeri mostrano un Barça tecnicamente eccellente, ma vulnerabile difensivamente. I ventiquattro gol subiti durante la campagna sono stati il numero più alto mai registrato da una squadra in una singola edizione della competizione. Ciò suggerisce che l’equilibrio tra attacco e difesa deve essere ripensato per aspirare a futuri successi.