Cronaca
La Notte Tragica del Moby Prince: Una Storia di Memoria e Giustizia
2025-02-21

Nella notte del 10 aprile 1991, un evento infausto ha segnato profondamente la storia marittima italiana. Il traghetto Moby Prince, con 141 persone a bordo, si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo poco dopo la partenza da Livorno. L’incidente provocò una fuoriuscita di petrolio che prese immediatamente fuoco, trasformando il traghetto in una trappola fiammeggiante. Solo Alessio Bertrand sopravvisse, mentre le altre 140 persone persero la vita per ustioni e tossicità delle esalazioni. Le indagini ufficiali iniziali attribuirono l’incidente a un errore umano del comandante Ugo Chessa, ma nel tempo questa versione è stata messa in discussione. La gestione dei soccorsi e la presenza di altre navi nella zona hanno sollevato ulteriori dubbi sulla verità degli eventi.

L'Incidente Fatale e le Sue Conseguenze

In quella serata di primavera, il traghetto Moby Prince lasciò Livorno diretto a Olbia. Pochi minuti dopo la partenza, alle 22:25, si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, ancorata nella rada del porto. L’impatto causò una fuoriuscita di petrolio che si incendiò rapidamente, avvolgendo l’imbarcazione in un inferno di fiamme e fumo. L’unica persona che riuscì a salvarsi fu il giovane mozzo Alessio Bertrand. Le prime ricostruzioni ufficiali attribuirono l’incidente a un errore del comandante Ugo Chessa, suggerendo che la nebbia avesse ridotto la visibilità. Tuttavia, successive indagini hanno dimostrato che non c’era alcuna traccia di nebbia nelle testimonianze o nei dati meteorologici.

I soccorsi, rallentati dalla confusione e da errori di valutazione, non furono tempestivi. La difficoltà di comunicazione e gli errori di gestione contribuirono a peggiorare la situazione. Inoltre, la presenza di due petroliere dell’Agip e sei navi statunitensi cariche di armi ed esplosivi nella rada quel giorno aggiunse ulteriori complessità all’indagine.

Le sentenze del 1997 e del 1999 assolsero tutti gli imputati per insufficienza di prove. Solo nel 2017 una commissione parlamentare ribaltò la tesi dell’errore umano, evidenziando una serie di responsabilità mai accertate, dalla gestione delle operazioni di salvataggio alla possibile coinvolgimento di altre imbarcazioni.

Una Tragedia Riscoperta

Il fotografo Emanuele Camerini e la curatrice Chiara Ruberti hanno dedicato anni a ricercare e documentare questa vicenda attraverso il libro The passenger ship, pubblicato nel novembre 2024. Hanno analizzato documenti e ricostruito i fatti, riscontrando come molti elementi fondamentali fossero stati trascurati o ignorati per anni. L’obiettivo era ripristinare la memoria di una tragedia dimenticata, rendendo giustizia alle vittime e alle loro famiglie.

Ruberti racconta come il ricordo del traghetto abbandonato nel porto di Livorno l’abbia spinta a esplorare più a fondo la storia. “Quel mostro di ferro mi ha sempre affascinato, finché non ho deciso di approfondire la sua tragica vicenda”. Il libro, attraverso fotografie e testi narrativi, cerca di mostrare sia ciò che è visibile che ciò che rimane nascosto, evidenziando le verità rivelate e le omissioni.

Uno degli obiettivi della nuova commissione parlamentare d’inchiesta, nata nell’ottobre 2023, è proprio il riconoscimento del reato di strage, l’unico che non cade in prescrizione. Questo passaggio è essenziale per attribuire responsabilità precise e rendere giustizia alle vittime. “Questa tragedia non può essere dimenticata”, conclude Camerini. “È nostro dovere restituire dignità e memoria a coloro che sono morti quella notte”.

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