Finanza
Ministro Giorgetti Sostiene il Nuovo DFP con Obiettivi di Crescita e Difesa
2025-04-17

Il ministro Giorgetti ha difeso vigorosamente il recente documento di finanza pubblica (DFP), sottolineando come le principali metriche economiche – deficit, debito e spesa netta – rispettino i parametri stabiliti dal piano strutturale di bilancio precedentemente approvato in Europa. Tuttavia, lo scenario economico rimane incerto a causa delle tensioni commerciali e militari internazionali. Giorgetti ha previsto un aumento del PIL maggiore del previsto grazie all'incremento della spesa per la difesa, che raggiungerà il 2% entro il 2025. Questa strategia è stata criticata da vari organismi finanziari nazionali e dalla comunità imprenditoriale, preoccupati per l'impatto sul debito nazionale e sulla crescita economica.

Nel contesto attuale, caratterizzato da incertezze globali, il governo italiano si trova ad affrontare una serie di sfide cruciali. Il primo trimestre dell'anno aveva mostrato segnali positivi prima dell'introduzione dei dazi imposti dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Trump. Tale misura ha rallentato significativamente la crescita economica, riducendola a un +0,6%. Inoltre, Confindustria progetta una crescita ancor più modesta del +0,3% per quest'anno, tenendo conto degli effetti negativi dei dazi. Giorgetti ha ribadito che non sarà necessario richiedere al Parlamento uno scostamento prima del vertice NATO di giugno, malgrado l'aumento della spesa militare.

La questione della spesa per la difesa rappresenta un punto focale nel dibattito economico. L'Italia intende incrementare progressivamente questa voce fino a raggiungere il 2% del PIL entro il 2025, integrando anche le pensioni militari nei calcoli. Secondo il ministro, i criteri NATO consentono tale inclusione, ampliando così le opportunità di investimento in settori difensivi. Tuttavia, l'acquisizione di nuove risorse belliche solleva alcune preoccupazioni, come evidenziato dal ministro della Difesa, che mette in guardia contro la natura seria delle attuali esigenze difensive.

Le critiche al DFP sono state avanzate da diverse istituzioni nazionali, compresi Istat, la Corte dei Conti, Bankitalia e l'Ufficio Parlamentare di Bilancio. Queste organizzazioni ritengono che il documento manchi di un profilo programmatico chiaro e dettagliato. Giorgetti ha replicato sostenendo che il monitoraggio della spesa costituisce già un aspetto essenziale della programmazione. Altri esperti hanno espresso la necessità di fornire ulteriori dati, specialmente riguardo all'andamento del debito e alle strategie per contenere l'aumento delle spese difensive entro i limiti europei.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) continua a procedere a passo lento, con solo il 34% del budget totale speso entro marzo. Giorgetti ha proposto di spostare alcuni pagamenti oltre il 2026 per garantire la continuità del programma. Ciò suscita preoccupazioni circa la capacità del Paese di mantenere il ritmo necessario per completare i progetti entro la data limite fissata. Per quanto riguarda altre questioni fiscali, il ministro ha promesso di risolvere rapidamente il problema legato ai tre mesi aggiuntivi sui requisiti pensionistici e il disguido del super-acconto IRPEF mediante un decreto imminente.

Giorgetti ha concluso sottolineando l'importanza di trovare equilibri tra obiettivi di crescita economica e impegni difensivi. Benché le prospettive restino incerte, il ministro assicura che il governo stia lavorando instancabilmente per soddisfare sia gli standard europei che le esigenze interne. La revisione del PNRR prevista per giugno rappresenta un'opportunità chiave per rafforzare l'impatto positivo delle politiche economiche nazionali.

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