Finanza
Proroga dell'obbligo di assicurazione catastrofale per le imprese: ecco le novità
2025-05-08

Il Parlamento italiano ha approvato un decreto legge che posticipa l'obbligo per le imprese di stipulare polizze contro i rischi catastrofali. Il provvedimento, votato con larga maggioranza e senza opposizioni, introduce modifiche significative riguardanti i termini per l'adesione all'assicurazione obbligatoria e prevede misure preventive per evitare abusi nei prezzi delle polizze. Inoltre, stabilisce nuove regole per il calcolo del valore dei beni assicurati e chiarisce come devono essere utilizzati gli indennizzi in caso di sinistro.

Con 128 voti favorevoli e 79 astensioni, la Camera dei deputati ha dato il via libera al testo legislativo contenente norme urgenti sulle assicurazioni contro calamità naturali. Ora, il decreto passa al Senato per la conversione definitiva entro il 30 maggio. L’obiettivo è garantire una transizione ordinata verso l’attuazione completa delle politiche di sicurezza finanziaria contro eventi naturali distruttivi.

Gli scadenzari per le diverse tipologie di imprese sono stati prorogati. Le grandi società dovranno conformarsi entro il 31 marzo 2025, anche se l’obbligo diventerà effettivo dal 30 giugno 2024. Le medie imprese avranno fino all’1 ottobre 2025, mentre le piccole e microimprese godranno di una proroga fino alla fine dello stesso anno. Tutte le imprese con sede legale in Italia, tranne quelle agricole, saranno soggette a questa nuova disciplina.

Una delle innovazioni principali riguarda il controllo sui prezzi delle polizze. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi collaborerà con Ivass per monitorare le pratiche delle compagnie assicurative, allo scopo di evitare aumenti ingiustificati o speculazioni. Tale supervisione potrà essere attivata anche su segnalazione diretta delle stesse compagnie.

Inoltre, il decreto specifica che chi non sarà in regola con l’assicurazione non potrà beneficiare di aiuti pubblici in caso di disastri naturali. Questa limitazione si applica sia agli aiuti diretti che ai fondi straordinari stanziati durante emergenze.

Per quanto riguarda il calcolo del valore dei beni assicurati, il decreto introduce criteri precisi. Gli immobili verranno valutati in base al costo di ricostruzione a nuovo, i beni mobili secondo il prezzo di rimpiazzo, e i terreni in relazione alle spese di ripristino dopo un evento dannoso. Inoltre, le compagnie sono tenute ad accettare edifici costruiti o ampliati legalmente o regolarizzati, eliminando così scuse per escludere certe coperture.

L’utilizzo degli indennizzi ricevuti in caso di sinistro è altresì regolamentato. Tali somme devono essere impiegate solo per riparare i danni subiti. Nel caso in cui il proprietario non agisca, l’imprenditore che utilizza l’immobile ha diritto a una compensazione pari al 40% dell’indennizzo per il lucro cessante, oltre al rimborso dei premi già pagati e delle relative spese contrattuali.

Le modifiche introdotte dal decreto rappresentano un importante passo avanti nella protezione delle imprese italiane contro i rischi legati alle calamità naturali. Con queste disposizioni, lo Stato mira a creare un sistema più equo e trasparente, garantendo al contempo una maggiore sicurezza finanziaria per le aziende e i loro investimenti.

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