Il lunedì 21 aprile, una notizia inaspettata ha cambiato i programmi televisivi previsti. A causa del decesso del Papa Francesco, la terza puntata del reality show The Couple è stata rimandata. Questo programma, condotto da Ilary Blasi e trasmesso su Canale 5, prevedeva un confronto tra otto coppie in varie prove. Nonostante l'interesse iniziale, le ascoltate hanno mostrato un calo significativo, sollecitando speculazioni sulla possibile chiusura anticipata del programma.
Nel cuore della primavera, una giornata solenne ha portato a un cambio improvviso nei programmi televisivi. Dopo aver saputo del trapasso del Papa Francesco, tutte le emittenti italiane hanno deciso di modificare i loro palinsesti come segno di rispetto. Il reality show The Couple, che avrebbe dovuto essere trasmesso il 21 aprile, è stato posticipato alla sera del 28 aprile. Durante questo periodo, le diretve del programma su Mediaset Extra sono state sospese ma successivamente riprese alle ore 20:40 dello stesso giorno del decesso.
Il formato di The Couple, presentato con energia da Ilary Blasi, mette alla prova l'intelligenza, la forza fisica e l'astuzia di otto diverse coppie. Ognuna di esse competono per vincere un premio di un milione di euro. Tuttavia, malgrado le promettenti premesse, il programma non ha raggiunto il successo sperato. La seconda puntata, andata in onda il 14 aprile, ha registrato un modesto 13% di share, segnando un declino rispetto all'esordio.
Le voci suggeriscono che il programma potrebbe chiudersi prima del previsto, con una data ipotetica di fine fissata al 5 maggio, lasciando spazio ad altri format televisivi come L’Isola dei Famosi.
Le coppie partecipanti includono figure note come Antonino Spinalbese e Andrea Tabanelli, le sorelle Benedicta e Brigitta Boccoli, e altre personalità del mondo dello spettacolo e dello sport.
Da una prospettiva giornalistica, questa situazione ci ricorda quanto gli eventi globali possano influenzare direttamente anche il mondo del divertimento. L'imprevista pausa di The Couple evidenzia il dovere etico dei media di adeguarsi ai momenti storici importanti, ponendo da parte le priorità commerciali in nome del rispetto collettivo.