Nel corso di trent'anni, il fotografo italiano ha documentato le trasformazioni della società cinese attraverso un approccio unico alla rappresentazione visiva. Il suo lavoro si distingue per una tecnica innovativa che altera la percezione tradizionale della realtà fotografica. Dall'alto delle sue esplorazioni aeree alle interpretazioni notturne illuminate artificialmente, Barbieri offre uno sguardo profondo e meditativo sul paesaggio urbano contemporaneo.
Il 1989 segna l'avvio di un itinerario artistico che porta Olivo Barbieri a immergersi nella dinamica cinese. Le sue visite regolari hanno permesso di testimoniare cambiamenti epocali in ambito sociale ed urbano. Questo viaggio personale è stato influenzato da esperienze precedenti in Italia, dove ha collaborato con pionieri del settore come Luigi Ghirri.
Barbieri ha sviluppato un metodo che sfida la rappresentazione convenzionale della realtà. Attraverso lo studio di nuove tecniche e dialoghi con colleghi visionari, egli ha plasmato un proprio stile distintivo. L'incontro con la generazione di artisti italiani degli anni '80 ha contribuito significativamente alla sua crescita professionale. La sua partecipazione al progetto "Viaggio in Italia" ha segnato un punto di svolta, introducendolo a un pubblico più ampio e stimolandone ulteriormente la creatività.
La passione di Barbieri per le scene notturne e i giochi di luci artificiali lo ha portato a sperimentare con tecniche innovative. In particolare, ha introdotto un approccio selettivo alla messa a fuoco, accentuando specifici elementi all'interno dell'immagine. Questo metodo non solo enfatizza parti specifiche del soggetto fotografato ma suggerisce anche modi diversi di interpretarlo.
Inoltre, la serie Site Specific, realizzata dall'alto mediante elicottero, presenta panorami urbani che sembrano modelli in scala. Questo approccio permette di osservare le città cinesi con una prospettiva nuova e distanziata. Le opere di Barbieri invitano a riflettere sui rapporti tra colori, oggetti e forme architettoniche, offrendo una visione critica dei cambiamenti urbani. Il suo lavoro costituisce il quarto capitolo del progetto "La grande fotografia italiana", attualmente in mostra a Torino con oltre 150 opere esposte.