Finanza
Crisi Fiscale in Italia: Il Peso dei Crediti Non Riscossi
2025-03-27

L'Italia si trova ad affrontare una situazione critica legata all'accumulo di crediti fiscali non recuperabili. Secondo i dati presentati da una Commissione governativa, il valore complessivo dei crediti non riscossi e tecnicamente inesigibili supera i 537 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta una porzione significativa del totale di 1.272 miliardi di euro di crediti che pesano sulle casse dello Stato. L'analisi evidenzia la necessità di nuove strategie per migliorare la riscossione, ridurre il numero di cartelle esattoriali e concentrarsi sui debiti più rilevanti.

La situazione attuale riflette un trend negativo persistente negli ultimi vent'anni. Dal 2000 al 2024, l'Agenzia delle Entrate ha incassato solo 180,3 miliardi di euro su un totale di 1.874 miliardi affidati alla riscossione, dimostrando un tasso di recupero inferiore al 10%. Tra i contribuenti, le imprese rappresentano la fetta più consistente del debito, con oltre 800 miliardi di euro accumulati, mentre i piccoli contribuenti, sebbene numerosi, detengono debiti di modesto importo.

Le analisi mostrano che gran parte dei crediti (circa 221 milioni) è inferiore a 1.000 euro, rendendo spesso poco conveniente il loro recupero economico. Tuttavia, i debiti superiori a 100.000 euro, pur essendo solo lo 0,1% del totale, coprono quasi la metà del valore complessivo degli arretrati, pari a 608 miliardi di euro. Solo una frazione di questi crediti, stimata intorno ai 100 miliardi, viene considerata recuperabile.

Inoltre, secondo Valeria De Bonis, consigliere dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio (UpB), l'Italia occupa una posizione problematica tra i paesi OCSE, registrando uno stock di debiti non riscossi elevato rispetto alle entrate totali. La causa principale risiede nell'incapacità di implementare politiche efficaci per discaricare i crediti ormai insostenibili. Le proposte attuali, come quella della Lega Nord per una nuova rottamazione quinquies, sollevano preoccupazioni riguardo all'impatto sugli standard di equità fiscale.

L'UpB ha sottolineato che l'adozione di strategie alternative, come lo stralcio delle cartelle minori, potrebbe migliorare l'efficienza della riscossione e ridurre la mole di lavoro amministrativo. Concentrandosi sui debiti più significativi, l'Agenzia delle Entrate potrebbe aumentare il tasso di recupero senza incoraggiare comportamenti opportunistici tra i contribuenti.

Di fronte a questa sfida, diventa fondamentale l'implementazione di riforme organiche capaci di bilanciare l'esigenza di efficienza con la giustizia fiscale. Una gestione più strategica dei crediti fiscali potrebbe offrire benefici duraturi sia per le finanze pubbliche che per la percezione generale del sistema fiscale italiano.

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