L'ultimo adattamento cinematografico del regista Luca Guadagnino, intitolato "Queer", rappresenta un ambizioso passo avanti nella sua carriera. Basato sul romanzo omonimo scritto da William S. Burroughs nel 1951 ma pubblicato solo nel 1985, il film esplora temi di desiderio non corrisposto e identità sessuale in un contesto storico particolare. Dopo la presentazione a Venezia, il film è destinato a uscire nelle sale italiane il 17 aprile grazie alla distribuzione di Lucky Red. In occasione della conferenza stampa a Milano, Guadagnino e il protagonista Daniel Craig hanno condiviso i loro pensieri sull’opera.
Nel cuore di questa storia si trova l'incontro tra William Lee, un americano cinquantenne emigrato a Città del Messico, e Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città. Questo incontro segna per Lee una speranza di connessione intima che fino ad allora era stata solo un sogno irraggiungibile. Il regista ha descritto come il libro fosse entrato casualmente nella sua vita nel 1988, quando aveva solamente diciassette anni. La lettura lo aveva profondamente colpito, non tanto per le implicazioni sessuali quanto per la libertà linguistica e provocatoria utilizzata da Burroughs.
Il titolo stesso, "Queer", solleva questioni importanti sulle parole e i loro significati sociali. Durante la conferenza stampa, Guadagnino ha chiarito che Burroughs non si preoccupava dell’offensività del termine, poiché esso rispecchiava semplicemente l’autenticità delle sue esperienze interne. Secondo lui, il potere della parola sta nell’esprimere verità universali piuttosto che nell’adattarsi ai gusti del momento.
Daniel Craig, noto soprattutto per il suo ruolo di James Bond, ha espresso il suo approccio all’interpretazione del personaggio principale. Egli considera ogni parte attoriale come un modo di esplorare la condizione umana senza necessariamente assumere un intento politico esplicito. Per lui, ciò che rende rivoluzionario un film come "Queer" è la capacità di trasmettere emozioni autentiche attraverso l’arte.
Un aspetto fondamentale del film è la presenza musicale, curata attentamente dal regista. Guadagnino ha spiegato come abbia cercato di integrare brani d’epoca dai jukebox messicani con composizioni moderne dei Nirvana e una colonna sonora originale di Trent Reznor e Atticus Ross. Questa combinazione crea ponti emotivi tra epoche diverse, arricchendo ulteriormente il racconto visivo.
Infine, durante la conferenza stampa, Craig ha parlato brevemente del futuro della saga di James Bond, assicurando che preferisce lasciare il progetto nelle mani di talenti emergenti piuttosto che concentrarsi su esso. Esprime fiducia che la qualità artistica continuerà a essere prioritaria malgrado gli investimenti finanziari ingenti.