L'atmosfera di tensione si è intensificata nei punti vendita dell'azienda svedese, con i sindacati che hanno annunciato misure di protesta. Le organizzazioni rappresentative dei lavoratori hanno deciso di avviare un periodo di agitazione, culminando in un primo sciopero di 24 ore suddiviso tra livello nazionale e territoriale. Questo passo risponde a una serie di preoccupazioni riguardanti le condizioni lavorative e il riconoscimento delle competenze professionali.
I vertici sindacali sostengono che l'azienda non stia rispettando i principi fondamentali che ha sempre proclamato. Dopo oltre un anno e mezzo di negoziati, IKEA sembra aver ignorato completamente le richieste avanzate dai rappresentanti dei lavoratori. Tra le principali questioni vi sono la mancata valorizzazione delle nuove assunzioni, un sistema che penalizza le professionalità e la cancellazione di benefici come la malattia statistica. Inoltre, l'introduzione di nuovi modelli di business sta portando alla riduzione delle garanzie per i dipendenti, specialmente nei nuovi punti vendita di prossimità.
Gli incontri di ascolto e discussione si stanno già tenendo in vari punti vendita su tutto il territorio italiano. Se l'azienda non dovesse ripensare alle proprie posizioni, potrebbero essere valutati ulteriori provvedimenti per tutelare i diritti dei lavoratori. Questo momento critico solleva importanti domande sulla responsabilità sociale delle grandi aziende e sottolinea l'importanza del dialogo costruttivo tra imprese e lavoratori per raggiungere soluzioni equilibrate e rispettose.