La giovane ex partecipante del Grande Fratello Vip, Lucrezia Hailé Selassié, si trova al centro di un caso giudiziario dopo essere stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione per stalking nei confronti dell’ex fidanzato Manuel Bortuzzo. Conosciuto durante la settima edizione del reality show, il nuotatore paralimpico ha denunciato comportamenti ossessivi da parte della principessa etiope dopo la fine della relazione. Nel corso di una serie di pubblicazioni su Instagram, Lulù ha deciso di rompere il silenzio, condividendo le sue emozioni e accusando narrazioni distorte che, secondo lei, hanno influenzato l’esito del processo.
In un'autunno segnato da emozioni contrastanti, Roma è diventata il luogo centrale di un dramma personale che ha coinvolto due vite legate dal mondo dello spettacolo e dello sport. Lulù Selassiè, 26enne nota per la sua partecipazione al Grande Fratello Vip, ha ricevuto una sentenza definitiva dalla Giuria Unica Preliminare (GUP) della capitale italiana. Secondo quanto emerso dalle indagini, i mesi successivi alla rottura della relazione con Manuel Bortuzzo sono stati contrassegnati da azioni ripetute e minacciose, culminate in una denuncia ufficiale. Le parole di Lulù, espresse attraverso una serie di storie su Instagram, rivelano un racconto doloroso di tradimento e isolamento, sottolineando come il peso delle calunnie abbia contribuito a plasmare una narrazione distorta.
Durante la sua dichiarazione online, la giovane ha espresso dolore per aver vissuto una relazione nascosta per tre anni, solo per essere tradita dall’uomo che amava profondamente. Ha descritto un periodo oscuro della sua vita, caratterizzato da solitudine e disperazione, ma anche da una scintilla di speranza che non ha mai spento. Nonostante la sentenza, Lulù afferma di essere determinata a continuare a lottare per la verità assoluta, criticando articoli sensazionalistici che, secondo lei, hanno contribuito a diffondere menzogne sul suo conto.
Da un punto di vista legale, la verità processuale ha prevalso, portando alla condanna. Tuttavia, Lulù ricorda che la verità assoluta rimane complessa e difficile da catturare completamente all’interno di un’aula di tribunale.
Con queste parole, la principessa chiude il suo sfogo invitando tutti a guardare oltre le apparenze e a riflettere sulla natura fragile e spesso manipolata della giustizia mediatica.
Da un'angolazione giornalistica, questo caso ci offre un'opportunità per riflettere sul peso delle parole e delle narrazioni costruite attorno a vicende personali. È facile farsi trascinare dalle prime impressioni o dalle notizie sensazionalistiche, ma la realtà è sempre più sfumata. La storia di Lulù Selassiè ci ricorda che dietro ogni titolo sensazionale si nasconde una persona con sentimenti, paure e speranze. Forse è arrivato il momento di porre maggiore attenzione alle nostre scelte informative e alle loro conseguenze emotive e sociali.