Il recente incontro tra StMicroelectronics, i sindacati e il ministero delle Imprese ha evidenziato un piano di investimento ambizioso per l'Italia. L'obiettivo principale è quello di riequilibrare gli investimenti tra Italia e Francia, con una spinta significativa verso la produzione italiana di chip avanzati. Tuttavia, le tensioni politiche e commerciali tra Roma e Parigi rimangono un punto delicato, soprattutto dopo che il MEF italiano ha espresso critiche nei confronti del CEO Jean-Marc Chery. Il piano prevede 4 miliardi di euro per l'Italia su un totale di 6,5 miliardi a livello europeo entro il 2027.
Nonostante l'ottimismo generale sulle cifre presentate, alcune organizzazioni sindacali mostrano preoccupazione riguardo ai dettagli operativi e alle possibili riduzioni del personale. Inoltre, la decisione del consiglio di sorveglianza di supportare Chery ha sollevato ulteriori dubbi sulla governance aziendale e sulle accuse legali negli Stati Uniti.
L'Italia sta ricevendo un notevole impulso economico grazie al piano di investimento di StMicroelectronics, con particolare attenzione alla regione siciliana e alla Lombardia. Il polo di Catania diventerà uno dei più importanti centri europei per la produzione di semiconduttori avanzati, mentre Agrate Brianza si prepara ad aumentare la sua capacità produttiva in maniera significativa nei prossimi anni.
In seguito all'incontro con il ministro Adolfo Urso, sono state confermate vaste risorse destinate all'innovazione tecnologica e alla modernizzazione delle strutture industriali italiane. Con 4 miliardi di euro destinati all'Italia, la produzione di chip di carburo di silicio da 200 millimetri sarà centralizzata a Catania, trasformando questa area in un polo strategico per l'Europa. La crescita prevista per Agrate Brianza include l'aumento della produzione dei wafer da 300 millimetri, passando da 4.000 a settimana fino a raggiungere un massimo di 14.000 unità entro il 2030. Questo programma ambizioso è accolto positivamente dai sindacati, sebbene esistano ancora incertezze relative ai numeri reali e alle potenziali riduzioni del personale.
Le relazioni tra Italia e Francia continuano a essere tese, specialmente in tema di governance aziendale e distribuzione degli investimenti. La sfiducia nei confronti del CEO Jean-Marc Chery da parte del governo italiano rappresenta un ostacolo significativo per la cooperazione bilaterale. Il MEF italiano sostiene una posizione critica nei confronti delle decisioni prese dalla direzione aziendale.
La situazione è resa ancor più complessa dalla reazione del consiglio di sorveglianza di StMicroelectronics, che ha espresso aperto sostegno a Chery e al suo team, smentendo le accuse di comportamenti irregolari durante le vendite azionarie. Le transazioni in questione sono state descritte come automatiche e conformi alle normative fiscali svizzere. Inoltre, la società si difende dalle accuse legate a una class action negli Stati Uniti, affermando di possedere solide argomentazioni legali. Queste dinamiche interne influenzano profondamente le relazioni tra i due paesi e pongono domande cruciali sulla gestione strategica dell'azienda globale.