Nel panorama astronomico, l'uso di nomi storici e culturalmente significativi per designare caratteristiche topografiche dei pianeti è una pratica consolidata. In particolare, la superficie di Venere ospita diverse formazioni battezzate con il nome di illustri figure femminili. Questa consuetudine, che risale alla missione spaziale Magellano negli anni '90, ha permesso a scrittrici come Jane Austen di essere onorate in cielo attraverso la denominazione di crateri e altre conformazioni geologiche. La selezione di questi nomi non è casuale ma segue criteri precisi stabiliti dall'Unione Astronomica Internazionale, un'organizzazione che si occupa dell'assegnazione ufficiale dei nomi ai corpi celesti.
Nel mite autunno del 1996, gli astronomi celebravano la decisione di attribuire il nome di Jane Austen a una formazione sulla superficie di Venere. Questa scelta era parte di una lunga tradizione che risaliva alla missione Magellano, quando le scoperte della sonda spaziale richiedevano nuovi nomi per identificare le caratteristiche geologiche del pianeta. Gli studiosi, trovandosi a corto di idee, decisero di coinvolgere il pubblico, incoraggiando proposte per onorare personalità femminili significative.
In questo contesto, Austen non fu l'unica a ricevere questa distinzione. Altri crateri furono dedicati a Diane Fossey, prima governatrice delle Hawaii Kaikilani, e alla poetessa giapponese Akiko. L'importanza di tali riconoscimenti va oltre la semplice denominazione; rappresentano un tributo permanente alla memoria di queste donne, rendendo loro omaggio in un luogo tanto lontano quanto immutabile.
Il compito di assegnare i nomi ai corpi celesti ricade ufficialmente sul Working Group on Planetary System Nomenclature dell'International Astronomical Union (IAU), che ogni anno battezza centinaia di oggetti dal suo quartier generale presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory di Cambridge, Massachusetts. Questo processo non è privo di sfide, soprattutto quando si tratta di asteroidi, i cui numeri continuano ad aumentare, creando la necessità di inventare sempre nuovi nomi.
Dalla seconda metà del XIX secolo, quando i nomi classici cominciarono a scarseggiare, fino all'era contemporanea, in cui artisti rock e personaggi famosi vengono commemorati in orbita, la storia della nomenclatura celeste riflette cambiamenti sociali e culturali. Mentre in passato i nomi erano ispirati principalmente alla mitologia e alla letteratura, oggi includono anche figure del mondo dello sport, della musica e della cultura popolare, mostrando come l'astronomia abbia evoluto insieme alla società.
Infine, vale la pena notare che la denominazione delle stelle rimane un campo delicato, con aziende commerciali che offrono servizi non riconosciuti ufficialmente. Per chi desidera davvero lasciare un segno nel cosmo, la scoperta di una cometa o di un asteroide rimane l'opzione più valida e duratura.
Da un punto di vista giornalistico, la pratica di dare nomi ai corpi celesti è un affascinante riflesso delle priorità e dei valori della nostra società. Ogni nome scelto racconta una storia, sia quella di una figura storica sia quella di una scoperta scientifica. Questo processo non solo onora il passato, ma contribuisce anche a colmare il divario tra le scienze e la cultura popolare, rendendo l'esplorazione spaziale accessibile e significativa per tutti.