L'industria tecnologica non è immune alle dinamiche di influenza politica, e il recente documento pubblicato da OpenAI lo dimostra in modo evidente. Il testo, intitolato "AI in America", esplora una visione strategica che mira a posizionare gli Stati Uniti come leader mondiale nell'ambito dell'intelligenza artificiale. Questo approccio mette in luce un mix di ambizioni economiche e retorica nazionalista, con implicazioni significative per la governance globale delle tecnologie emergenti.
Il documento presentato da OpenAI sottolinea l'importanza della leadership americana nel campo dell'intelligenza artificiale. La compagnia propone misure concrete per promuovere l'innovazione e la sicurezza nazionale, ma lo fa attraverso una narrazione che privilegia chiaramente gli interessi statunitensi. Questo orientamento nazionalista emerge sia nelle scelte lessicali che nella struttura complessiva del progetto.
La visione delineata da OpenAI si basa su un forte senso di identità nazionale, con insistenza sul ruolo degli Stati Uniti come centro dell'innovazione tecnologica. Il linguaggio utilizzato suggerisce un'America che deve difendere la sua supremazia globale contro avversari potenziali. Il riferimento continuo all'"America" anziché agli "Stati Uniti" riflette una retorica simbolica che evoca tradizioni patriottiche. Chris Lehane, vicepresidente di OpenAI, ribadisce questo messaggio, collegando l'innovazione alla grandezza nazionale. Il CEO Sam Altman è pronto a portare queste idee a Washington, enfatizzando l'importanza economica e geopolitica dell'intelligenza artificiale.
Nonostante le ambizioni dichiarate, il documento presenta una prospettiva limitata e autoreferenziale. Mentre parla di competitività globale, ignora completamente le sfide comuni come il cambiamento climatico o le disuguaglianze internazionali. L'approccio di OpenAI sembra focalizzato sulla supremazia tecnologica piuttosto che sulla collaborazione internazionale.
Il testo sottolinea la necessità di mantenere la leadership americana, spesso in contrasto con altre nazioni, specialmente la Cina. Gli alleati sono menzionati solo in quanto beneficiari passivi della tecnologia statunitense. Anche quando cita esempi storici, come l'invenzione dell'automobile in Europa, lo scopo è quello di giustificare una deregolamentazione che favorisca l'egemonia americana. Questa visione opportunista riflette idee politiche specifiche, adattandosi al contesto attuale ma pronta a mutare se necessario. Nonostante tutto, alcune proposte, come l'educazione precoce all'intelligenza artificiale, rimangono innovative e auspicabili.