La reazione cinese alla morte di papa Francesco ha evidenziato un'attesa diplomatica caratterizzata da prudenza e contenimento. Nel contesto globale, dove tributi immediati sono stati resi al pontefice, Pechino ha preferito una linea più discreta, riflettendo un rapporto complesso tra il Vaticano e la Repubblica Popolare Cinese. Durante il suo mandato, Francesco aveva espresso ripetutamente il desiderio di visitare la nazione asiatica e i dodici milioni di fedeli che vi risiedono. Tuttavia, nonostante sforzi diplomatici intensivi, non è mai stato possibile raggiungere un accordo soddisfacente. La ferma volontà del presidente Xi Jinping di mantenere un controllo stretto sulle religioni nel paese ha ostacolato qualsiasi avvicinamento significativo.
Il legame storico tra la Chiesa cattolica e la Cina si radica in figure come Matteo Ricci, un missionario gesuita italiano accettato alla corte imperiale Ming nel 1600. Quattro secoli dopo, Francesco tentò di seguire le sue orme, ma senza successo. Il motivo principale di questo insuccesso sta nella politica rigida di Xi Jinping, che mira a "nazionalizzare" le religioni per prevenire influenze esterne. In Cina esiste una chiesa ufficiale controllata dal governo, fondata nel 1957, mentre una seconda comunità rimane fedele al Vaticano, sopravvivendo alle pressioni politiche.
Nel 2018, il Vaticano e Pechino hanno siglato un accordo controverso riguardante la nomina dei vescovi cinesi, suscitando critiche da parte di alcuni cattolici locali, tra cui Joseph Zen, ex vescovo di Hong Kong. Questi accusarono il papa di aver sacrificato gli interessi della chiesa clandestina per ottenere una normalizzazione diplomatica. Nonostante l'accordo sia stato prolungato, progressi ulteriori sono stati limitati, e una visita papale in Cina non è mai avvenuta.
Un'altra sfida riguarda il riconoscimento da parte del Vaticano di Taiwan, una questione delicata che potrebbe complicare ulteriormente eventuali trattative con Pechino. L'amministrazione comunista continua ad applicare restrizioni severe sulle pratiche religiose, mirando a garantire il controllo totale su ogni aspetto della vita nazionale.
L'eredità lasciata da papa Francesco nei confronti della Cina dimostra quanto resti ancora da fare per stabilire un dialogo costruttivo tra Roma e Pechino. Le divergenze ideologiche e politiche continuano a rappresentare un ostacolo significativo, rendendo difficile immaginare un cambiamento di prospettiva nel breve termine. Il sogno di un ponte tra Oriente e Occidente resta, pertanto, un obiettivo lontano, richiedendo ulteriori sforzi diplomatici e comprensione reciproca.