Nel giorno del suo insediamento, il 20 gennaio, il presidente statunitense ha avviato una serie di provvedimenti che hanno immediatamente modificato la direzione del paese. Tra le misure adottate, si annoverano restrizioni all’immigrazione, ritiro dall’accordo climatico di Parigi e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, concessione di grazia ai partecipanti all’assalto al Congresso, e l'annuncio di nuove politiche commerciali. Queste decisioni hanno sollevato forti preoccupazioni sia a livello nazionale che internazionale, con possibili conseguenze giuridiche e costituzionali.
L'immediata attenzione del presidente è stata rivolta alla questione dell’immigrazione. Nel suo discorso inaugurale, ha espresso intenzioni severe contro l'ingresso illegale nel paese e ha annunciato un'intensificazione delle operazioni al confine meridionale. Il decreto che ha dichiarato lo stato d'emergenza al confine con il Messico rappresenta un passo significativo in questa direzione. Inoltre, misure contro il diritto d'asilo e lo ius soli sono state proposte, portando alla sospensione dei servizi per i richiedenti asilo già il giorno dell'insediamento. Le reazioni non si sono fatte attendere, con molte organizzazioni e individui che temono violazioni dei diritti umani fondamentali.
In ambito ambientale, la decisione di ritirare gli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima ha suscitato forti critiche. Questo ritiro potrebbe compromettere gli sforzi globali per contrastare il cambiamento climatico. L'amministrazione ha anche decretato uno "stato d'emergenza energetica", mirando a stimolare la produzione di petrolio e gas. Questa mossa è vista da molti come un passo indietro verso fonti di energia fossili, contraddicendo gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Sul fronte internazionale, il ritiro dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segna un distanziamento dal multilateralismo globale. Anche le ambizioni territoriali del presidente, come quelle riguardanti il Canale di Panama e la Groenlandia, hanno generato tensioni diplomatiche. Le dichiarazioni su queste aree hanno ricevuto risposte immediate e decise dai governi coinvolti, evidenziando la complessità delle relazioni internazionali.
L'ultima ondata di decisioni riguarda la politica interna. Concessione di grazia a oltre 1.500 partecipanti all'assalto al Congresso e l'introduzione di nuovi dazi sui prodotti provenienti dal Messico e dal Canada hanno sollevato preoccupazioni sulle implicazioni per la stabilità sociale ed economica. Inoltre, la definizione rigida dei generi maschile e femminile e la riduzione dei finanziamenti federali per programmi di diversità hanno aperto dibattiti sulla libertà individuale e sui diritti civili.
Gli sviluppi delle prime ore del mandato presidenziale hanno imposto un nuovo orientamento alle politiche interne ed esterne degli Stati Uniti. Le decisioni prese hanno gettato luce su un futuro incerto, con potenziali ripercussioni significative su vari settori della società e sul panorama internazionale. La comunità globale osserva attentamente come queste iniziative si tradurranno in realtà pratica e quali saranno le loro conseguenze a lungo termine.