Nel corso di tre anni, dall'inizio del 2019 al termine del 2022, un fotografo italiano ha esplorato le profondità culturali dell'arcipelago africano di São Tomé e Príncipe. Questo piccolo gruppo di isole nell'Oceano Atlantico, una volta sotto il dominio portoghese, ospita tradizioni teatrali uniche che riflettono la sua complessa storia coloniale. Attraverso il suo progetto a lungo termine intitolato Cham, Nicola Lo Calzo ha documentato l'eredità della diaspora africana e della schiavitù, mettendo in luce come queste esperienze continuino a plasmare l'identità contemporanea degli abitanti.
Nell'ambiente magico della foresta equatoriale e nelle strade delle città, gli abitanti di São Tomé e Príncipe danno vita ogni anno a spettacoli teatrali che fondono passato e presente. Il Tchiloli e il Danço Congo sono due manifestazioni principali di questa tradizione. Il primo è uno spettacolo di strada ispirato a un'opera portoghese del XVI secolo, mentre il secondo è una danza pantomimica nata clandestinamente durante i periodi di festa concessi agli schiavi. Entrambi rappresentano forme di resistenza culturale contro l'oppressione coloniale, preservando la memoria dei loro antenati africani e le lotte per la giustizia.
L'Auto de Floripes completa questo mosaico teatrale con storie medievali europee reinterpretate localmente. Questi spettacoli non sono solo intrattenimento, ma testimoniano una società organizzata in comunità ereditate da cinque secoli di colonialismo, che hanno subito schiavitù, sorveglianza e segregazione. Le pratiche teatrali costituiscono un modo per definire l'identità collettiva, dove il passato continua ad influenzare la vita quotidiana.
Dalla scena di un'ex clinica costruita nel 1914 per i lavoratori delle piantagioni di cacao ai preparativi segreti dietro le quinte, Lo Calzo ha catturato momenti significativi di queste tradizioni. Le immagini mostrano personaggi storici interpretati con costumi elaborati e scene di trance indotta dalla danza frenetica, sottolineando la persistenza di queste pratiche nella vita moderna dell'arcipelago.
Queste tradizioni teatrali non sono solo un riflesso della storia coloniale, ma anche un mezzo per mantenere viva la memoria e celebrare la resilienza di un popolo. Essi dimostrano come la cultura possa essere un veicolo potente per la conservazione della storia e la promozione della giustizia sociale, offrendo alle nuove generazioni un legame tangibile con il proprio passato. La documentazione di Lo Calzo serve come un importante archivio visivo di queste pratiche, garantendo che la loro importanza non venga dimenticata nel flusso del tempo.