Due associazioni consumatori, Codacons e Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, hanno sollevato preoccupazioni riguardo al contenuto del reality show "Grande Fratello", affermando che esso contrasta con i principi di qualità e rispetto promossi dal Mediaset. Le organizzazioni denunciano comportamenti inappropriati all'interno del programma e il loro potenziale impatto negativo sui giovani spettatori. In risposta, Giancarlo Scheri, direttore di rete, ha ribadito che il programma segue norme rigorose e sottolinea come il web rappresenti un problema maggiore per la regolamentazione dei contenuti.
Nel cuore della controversia, due entità consumatrici hanno inviato una lettera aperta a Pier Silvio Berlusconi, esprimendo forti dubbi sul comportamento di alcuni partecipanti al "Grande Fratello". Hanno sostenuto che il programma trasmetta contenuti culturalmente discutibili, contraddicendo l'approccio etico dichiarato dal Mediaset. Tuttavia, nella sua replica, Giancarlo Scheri ha chiarito che la televisione moderna offre strumenti per limitare l'accesso ai contenuti non adatti, mentre il web rimane un terreno relativamente incontrollato.
In particolare, le associazioni hanno evidenziato come determinate situazioni presentate nel reality possano influenzare negativamente i minori, un segmento significativo dell'audience. La richiesta è stata quella di introdurre sanzioni contro gli autori del programma se tali critiche venissero confermate. Da parte sua, Scheri ha sottolineato che il controllo diretto su ogni dettaglio delle trasmissioni è impossibile e che la responsabilità ricade sulle produzioni e sulla direzione della rete. Egli ha inoltre descritto l'accusa di "trash" come una semplificazione ingiusta, mettendo in rilievo la lunga tradizione del genere televisivo.
Il dibattito si è quindi spostato verso il ruolo crescente del web e dei social network, dove i contenuti estremi sono facilmente accessibili senza alcuna forma di filtro. Secondo Scheri, la televisione offre protezioni come il parental control, mentre il web resta un campo aperto per contenuti non regolamentati.
Dalla prospettiva di un giornalista, questa disputa evidenzia un cambiamento culturale più ampio: mentre la televisione continua a subire attenta regolamentazione, il web rappresenta una nuova frontiera che richiede urgentemente strategie di gestione e consapevolezza pubblica. Questo dialogo tra istituzioni e produttori ci invita a riflettere sull'importanza di bilanciare libertà creativa e responsabilità sociale, sia nei media tradizionali che digitali.