Negli ultimi tempi, un numero crescente di prestigiosi imprenditori e finanziatori ha espresso forti riserve riguardo alla politica doganale del presidente Donald Trump. Questa strategia, volta a correggere i disequilibri commerciali tra gli Stati Uniti e altre nazioni, ha generato tensioni significative sui mercati globali e ha suscitato critiche da parte di alcuni dei più influenti miliardari americani. L'attacco principale riguarda l'impatto negativo che tali misure potrebbero avere sull'economia mondiale e sulla reputazione degli Stati Uniti come leader commerciale.
Un esempio saliente è rappresentato dal CEO di Pershing Square Capital Management, Bill Ackman, il quale ha definito questa politica "un errore strategico colossale". Secondo lui, queste decisioni potrebbero portare a una paralisi economica globale, scoraggiando investimenti aziendali e riducendo drasticamente il consumo. Anche Jamie Dimon, capo di JPMorgan Chase, ha espresso preoccupazioni per le possibili conseguenze inflazionistiche e per il danno alle relazioni economiche internazionali a lungo termine.
Le polemiche non si limitano ai settori finanziari. Elon Musk, noto innovatore e CEO di Tesla, ha pubblicamente criticato Peter Navarro, architetto della strategia tariffaria, definendo i dazi "una tassa permanente" sul consumatore americano. Altri critici, come Ken Griffin, fondatore di Citadel, hanno evidenziato il rischio che gli Stati Uniti perdano il loro ruolo guida nel promuovere il libero scambio globale.
Inoltre, le paure si estendono oltre gli effetti immediati sui mercati finanziari. Stanley Druckenmiller, fondatore di Duquesne Family Office, ha dichiarato che tariffe superiori al 10% sono inaccettabili. Gli imprenditori temono che queste misure possano danneggiare irreparabilmente la posizione degli Stati Uniti come leader economico mondiale, erodendo la fiducia dei partner commerciali globali.
L'opposizione è stata talmente forte da indurre alcune delle figure più influenti del mondo finanziario a chiedere apertamente a Trump di riconsiderare la sua posizione. Ackman ha sottolineato che la fiducia è essenziale per gli affari e che le azioni attuali stanno minando questa fiducia a livello globale. Egli ha avvertito che le conseguenze negative potrebbero essere particolarmente gravi per i cittadini con redditi bassi, già sotto pressione economica.
Dall'altra parte dell'Oceano Pacifico, la Cina ha reagito con fermezza alle misure di Trump. Un editoriale del quotidiano ufficiale cinese People’s Daily suggerisce che tali pressioni potrebbero rafforzare ulteriormente la posizione economica cinese, piuttosto che indebolirla.
La controversia sui dazi mette in luce un divario crescente tra le intenzioni politiche e le preoccupazioni del mondo degli affari. Sebbene Trump sostenga che le sue politiche commerciali porteranno benefici a lungo termine, i critici ritengono che il costo a breve e medio termine sia troppo elevato, con effetti destabilizzanti sui mercati globali e sul ruolo degli Stati Uniti come partner commerciale affidabile.