La Striscia di Gaza si trova al centro di una crisi umanitaria senza precedenti, aggravata dal blocco israeliano che dura ormai da un mese. Dopo aver interrotto l'approvvigionamento di aiuti essenziali il 2 marzo, Israele ha rifiutato la maggior parte delle richieste di accesso presentate dalle organizzazioni internazionali. Questa situazione ha portato alla paralizzazione completa delle operazioni di soccorso, con conseguenze devastanti per la popolazione locale.
In un contesto già segnato dalla guerra, le condizioni a Gaza si sono drasticamente deteriorate negli ultimi giorni. Le autorità israeliane hanno chiuso tutti i valichi di frontiera, impedendo l'ingresso di cibo, medicinali e attrezzature mediche. Secondo dati ufficiali, più di 40 richieste di accesso sono state respinte tra il 18 e il 24 marzo, mentre centinaia di camion carichi di generi alimentari rimangono bloccati all'esterno.
Nel frattempo, la popolazione si ritrova ad affrontare una nuova ondata di carestia. Le scorte alimentari stanno rapidamente diminuendo, e programmi come quello del Programma Alimentare Mondiale (PAM) rischiano di esaurirsi entro due settimane. L'Eid al Fitr, festività tradizionale caratterizzata da celebrazioni familiari e doni, è stata questa volta contrassegnata dalla mancanza di cibo e sicurezza.
I bombardamenti israeliani hanno continuato a colpire aree densamente popolate, causando vittime civili e danneggiando strutture fondamentali. Particolarmente tragico è stato l'attacco alle ambulanze a Rafah, dove quindici soccorritori sono stati uccisi durante un raid. Le testimonianze raccolte indicano che alcuni operatori sanitari sono stati fatti prigionieri e successivamente giustiziati.
Dall'inizio dell'offensiva militare israeliana nel 2023, almeno 1.060 operatori umanitari sono stati uccisi, compresi medici, infermieri e volontari di diverse organizzazioni non governative. Il 2 aprile, Tel Aviv ha annunciato un ampliamento della sua campagna militare, minacciando l'annessione di ampie zone della Striscia di Gaza.
L'intera regione è immersa in una spirale di violenza che mette a repentaglio la vita di milioni di persone. La situazione critica continua a peggiorare, con poche speranze di miglioramento a breve termine.
Di fronte a questa emergenza, è chiaro che la comunità internazionale deve intensificare i propri sforzi per garantire un accesso sicuro e continuativo agli aiuti umanitari. La sofferenza della popolazione di Gaza richiede un'immediata azione globale per porre fine a questo ciclo di violenza e privazioni. Le parole di Philippe Lazzarini, commissario generale dell'UNRWA, risuonano come un monito: la guerra e il blocco non possono essere giustificati quando implicano la morte di innocenti e la distruzione di infrastrutture vitali.