Un disastro ha colpito il porto di Bandar Abbas, situato sullo stretto di Hormuz in Iran, lasciando un bilancio di 46 morti e oltre mille feriti. L'incidente è avvenuto il 26 aprile e ha attirato l'attenzione internazionale, non solo per la gravità della tragedia ma anche per le possibili implicazioni sulla sicurezza del traffico petrolifero mondiale. La guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha ordinato una completa inchiesta per determinare le cause dell'esplosione.
In una giornata di sole e calore intenso, il 26 aprile segnò un momento tragico per la città di Bandar Abbas. Intorno a mezzogiorno, un'esplosione devastante ha scosso uno dei moli principali del porto, che si trova su uno degli snodi commerciali più importanti al mondo. Le autorità locali hanno dichiarato che l'origine dell'incidente potrebbe essere legata a un incendio scoppiato in una zona di stoccaggio di sostanze chimiche. Tuttavia, alcune fonti anonime hanno suggerito che la causa potrebbe essere stata un carico di perclorato di sodio, materiale usato nella produzione di combustibili per missili.
I soccorsi sono stati immediatamente mobilitati, con l'intervento delle forze armate e l'aiuto internazionale. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha visitato personalmente il luogo del disastro il giorno successivo, mentre il governo russo ha inviato due aerei per aiutare a domare le fiamme. Le autorità sanitarie hanno raccomandato agli abitanti della città di restare all'interno fino a ulteriori notizie, mentre veniva proclamato un giorno di lutto nazionale il 28 aprile.
Dall'angolo di un giornalista, questa tragedia ci ricorda quanto sia importante garantire standard elevati di sicurezza nei siti industriali e nei porti strategici. Gli incidenti di questo tipo non solo causano perdite umane e materiali ingenti, ma possono anche avere ripercussioni globali sui mercati energetici. È fondamentale che siano condotte indagini approfondite per evitare futuri disastri simili e per proteggere le comunità coinvolte.