Il film "No other land", opera collettiva israelo-palestinese, ha ottenuto riconoscimenti significativi nel 2024, tra cui il premio per il miglior documentario al festival di Berlino e una candidatura agli Oscar. Quest'opera offre un ritratto crudo e potente delle espropriazioni delle terre e case palestinesi in Cisgiordania, legate alla crescente violenza dei coloni e del governo israeliano. Il documentario si concentra su Masafer Yatta, un'area agricola occupata che è stata designata come zona di tiro militare. Attraverso gli occhi di Basel Adra e Yuval Abraham, il film racconta la storia di resistenza e resilienza di una comunità che affronta costanti demolizioni ma continua a ricostruire senza mai abbandonare le proprie radici.
Nel cuore del conflitto, emergono storie di forza e perseveranza. Masafer Yatta, un insieme di piccoli villaggi nelle colline di Hebron, diventa simbolo di resistenza contro l'occupazione. Nonostante le numerose demolizioni, i residenti continuano a ricostruire le loro case e vite. Questa tenacia riflette non solo la volontà di sopravvivere, ma anche l'impossibilità di abbandonare la terra dove le loro famiglie hanno vissuto per generazioni. Le immagini riprese da Adra testimoniano questa lotta quotidiana, catturando momenti di intima umanità e sfida.
Le scene mostrano bulldozer che distruggono case, bagni, cucine e finestre, lasciando dietro di sé soltanto macerie. Ma ogni volta, i residenti tornano a ricostruire, sistemando impianti elettrici, spolverando materassi e riprendendo vita nelle grotte vicine. Questa routine infinita rappresenta sia un atto di resistenza che un tributo alla memoria delle generazioni passate. Tra le storie più commoventi c'è quella di Farisa Abu Aram, la cui vita è segnata dal tragico destino del figlio, colpito durante un tentativo di ricostruire la casa. Queste narrazioni personali danno voce a una comunità che, nonostante tutto, rimane indomita.
Il sistema giudiziario e legale svolge un ruolo cruciale nella narrazione del documentario. Gli abitanti di Masafer Yatta e altre aree a rischio si trovano spesso a dover fronteggiare un apparato legale che sembra sempre sfavorevole alle loro cause. La richiesta di permessi per costruire nuove strutture è quasi impossibile, con oltre il 98% delle domande respinte dalle autorità israeliane. Questa situazione crea un circolo vizioso di demolizioni e ricominciare daccapo, privando i palestinesi di stabilità e sicurezza.
Il film documenta varie battaglie legali, tra cui una scena in cui anziani del villaggio compaiono davanti a una corte israeliana vestiti con tradizionali kefiah bianche. Nonostante la loro presenza dignitosa, la sentenza va inevitabilmente a favore dell'esercito. Anche organizzazioni come B'Tselem hanno criticato questo sistema, denunciandone l'iniquità. La necessità di difendersi legalmente è stata una delle motivazioni principali per la creazione di "No other land". I video di Adra hanno fornito prove cruciali per molti palestinesi accusati ingiustamente di violenza. Tuttavia, la lotta legale rimane un ostacolo formidabile, sottolineando la profonda disuguaglianza tra palestinesi e israeliani.