Il caso che ha coinvolto Lucrezia Hailé Selassié e Manuel Bortuzzo ha catturato l'attenzione del pubblico, sollevando molte domande sull'imparzialità della giustizia e sui dettagli nascosti. Mentre la principessa etiope è stata condannata per stalking, il giornalista Gabriele Parpiglia ha evidenziato incongruenze significative nella testimonianza del nuotatore paralimpico. Secondo le rivelazioni, esisterebbero prove che contraddicono la versione ufficiale del processo. Inoltre, le sorelle di Lulù hanno fornito documenti che mettono in dubbio la durata effettiva della relazione tra i due protagonisti.
Gli sviluppi recenti hanno messo in discussione la gravità delle accuse contro Lulù, suggerendo che potrebbero esserci stati contatti amichevoli tra lei e Manuel anche dopo la rottura. Le dichiarazioni del giornalista e le testimonianze delle familiari di Selassié aprono un dibattito sulla coerenza delle accuse e sugli effetti psicologici provocati dal braccialetto elettronico imposto alla principessa.
Gabriele Parpiglia ha analizzato attentamente le carte legali e scoperto elementi che contrastano con quanto affermato da Bortuzzo durante il processo. Le prove raccolte indicano che il nuotatore avrebbe continuato a scrivere messaggi affettuosi a Lulù anche tempo dopo la presunta fine della loro relazione. Questa dinamica sembra contraddire la percezione di una persecuzione costante, ponendo in dubbio l'effettiva natura delle accuse avanzate.
I documenti esaminati dal giornalista includono fotografie e conversazioni private che narrano una storia diversa rispetto a quella presentata in tribunale. Gli scambi di messaggi dimostrerebbero un'intenzione di mantenere un legame, almeno fino a pochi mesi prima della sentenza. Tali elementi pongono interrogativi cruciali sul contesto reale degli eventi e sugli atteggiamenti reciproci dei protagonisti. La cronologia ricostruita da Parpiglia mostra come la situazione possa essere stata più complessa di quanto apparisca a prima vista, sollevando dubbi sulla completezza delle informazioni fornite dalla parte accusatrice.
Oltre alle implicazioni legali, la vicenda ha avuto ripercussioni profonde sulla vita personale di Lulù Selassié. Il portare un braccialetto elettronico non solo ha alterato il suo stile di vita quotidiano, ma ha anche contribuito all'aggravarsi del suo stato mentale, portandola ad esperienze depressive. Le sorelle Jessica e Clarissa hanno denunciato pubblicamente il dolore causato dalla situazione, offrendo prove alternative che mettono in discussione l'immagine di una relazione breve e problematica.
La testimonianza di Lulù durante l'interrogatorio di garanzia ha chiarito alcune sue posizioni, negando categoricamente di aver minacciato la vita di Manuel. Lei ha riconosciuto di aver cercato il contatto con lui, ma sempre in modo non intimidatorio o minaccioso. L'inconsistenza tra le accuse mosse e le azioni reali della principessa ha sollevato ulteriori questioni sull'equità della decisione giudiziaria. Inoltre, le immagini e i messaggi forniti dalle sorelle Selassié hanno aggiunto un'altra dimensione alla narrazione, mostrando una connessione emotiva che andava oltre le accuse di stalking. Questo scenario complesso richiede un riesame approfondito delle circostanze che hanno portato alla condanna di Lulù.