La complessità del personaggio di Cihan si dipana attraverso le sfumature emotive che lo definiscono. Cresciuto in un ambiente dominato da segreti e menzogne, il protagonista di questa storia ha scoperto una verità che ha cambiato per sempre la sua percezione della famiglia. Dopo aver appreso che i genitori adottivi non erano tali biologicamente, ma anzi responsabili della morte dei suoi veri genitori, Cihan è stato travolto da un turbine di emozioni contrastanti. Questa rivelazione l'ha portato a interrogarsi sulla propria identità e sul ruolo che gli era stato assegnato all'interno della dinastia Soykan.
Il sentimento di abbandono e ingiustizia ha plasmato le azioni successive di Cihan. Sempre vissuto nell'ombra del fratello minore Aslan, egli ha iniziato a vedere nella vendetta l'unica via d'uscita dalla sua condizione di oppressione psicologica. La decisione di allearsi con Ilyas, nemico giurato della famiglia Soykan, rappresenta un passo estremo dettato dall'amarezza accumulata nel corso degli anni. Tuttavia, la sua ostilità verso Aslan appare paradossale, poiché quest'ultimo ha sempre mostrato un certo affetto nei confronti del fratello maggiore, nonostante le circostanze difficili. In questo scenario, Cihan emerge come un individuo tormentato, incapace di separare il dolore personale dal desiderio di rivalsa.
Nonostante le sue azioni possano apparire crudeli, è difficile non provare una certa compassione per Cihan. La sua infanzia trascorsa senza ricevere l'affetto necessario ha lasciato cicatrici profonde, influenzando il modo in cui interagisce con il mondo intorno a sé. Tuttavia, la strada della vendetta non porta mai alla pace interiore; anzi, finisce per amplificare il senso di solitudine. È fondamentale imparare ad affrontare il dolore senza ricorrere alla violenza, cercando invece soluzioni costruttive che permettano di sanare le ferite dell'anima. Solo così è possibile spezzare il ciclo della sofferenza e intraprendere un cammino di redenzione e speranza.