La politica internazionale dell'India sta attraversando un momento di trasformazione significativa. Con l'ascesa di leader come Narendra Modi, il paese si trova al crocevia tra tradizioni storiche e nuove alleanze strategiche. Negli ultimi decenni, New Delhi ha gradualmente modificato la propria posizione sui diritti umani a livello globale, allontanandosi dalle sue radici anticoloniali e avvicinandosi alle potenze autoritarie. Questo cambiamento è evidente in vari settori, inclusi quelli della sicurezza nazionale e delle tecnologie digitali. Mentre il mondo osserva con attenzione i movimenti indiani, le implicazioni sono profonde per la comunità internazionale.
Le scelte geopolitiche dell'India riflettono un orientamento sempre più pragmatico. Nonostante l'impegno dichiarato per la democrazia e i diritti umani, il governo indiano ha adottato misure che sollevano preoccupazioni riguardo alla libertà civile. L'uso crescente delle leggi antiterrorismo contro dissidenti e oppositori politici dimostra una tendenza verso una maggiore repressione interna. Inoltre, la leadership indiana ha assunto un ruolo chiave nella regolamentazione delle tecnologie digitali, promuovendo concetti come la "sovranità dei dati". Benché presentata come una protezione per la privacy, questa posizione viene criticata per favorire forme di sorveglianza governativa e limitare l'accesso ai servizi digitali.
L'India rappresenta oggi un esempio di come una nazione possa mantenere una democrazia vivace mentre affronta sfide interne ed esterne. Sebbene le elezioni del 2024 abbiano mostrato segni di resistenza contro l'autoritarismo, il paese continua a navigare in acque incerte. La sua influenza globale crescente suggerisce che le decisioni prese da New Delhi avranno un impatto duraturo non solo sulle politiche nazionali ma anche su standard internazionali. In un mondo in rapida evoluzione, è fondamentale che le democrazie emergenti siano guidate da principi universalmente riconosciuti, promuovendo valori di giustizia e uguaglianza.