Grazie a una recente aggiunta del software ChatGPT, è ora possibile trasformare qualsiasi immagine in uno stile evocativo dello Studio Ghibli. Questa funzione ha attirato un'enorme quantità di utenti, ma al contempo ha sollevato discussioni sull'utilizzo di immagini protette da copyright da parte dell'intelligenza artificiale. Inoltre, i fan di Hayao Miyazaki hanno riportato alcune sue dichiarazioni critiche sulle immagini generate al computer.
Nel documentario "Owaranai hito: Miyazaki Hayao" del 2013, il regista giapponese esprime il suo disprezzo per alcune tecniche CGI, considerandole lontane dall'umanità e dal dolore reale. Egli sottolinea come la tecnologia possa risultare offensiva per chi soffre di limitazioni fisiche e non desidera integrarla nel suo lavoro artistico.
Il nuovo strumento introdotto da OpenAI consente agli utenti di modificare le immagini in modo creativo, imitando il celebre stile visivo dello Studio Ghibli. Benché questa innovazione abbia suscitato entusiasmo, non mancano le preoccupazioni relative all'uso indebito di materiali protetti da diritti d'autore. L'attenzione si sposta quindi verso le implicazioni etiche della creazione automatica di contenuti simili.
Questa funzionalità permette agli appassionati di generare immagini artistiche senza dover acquisire competenze specifiche nell'ambito della grafica digitale. Tuttavia, essa pone domande importanti sull'appropriazione culturale e legale delle opere originali. Mentre molti celebrano la facilità con cui possono essere create queste rappresentazioni, altri sollevano dubbi sull'opportunità di replicare stili distintivi senza autorizzazione esplicita. La questione rimane aperta, stimolando dibattiti tra innovazione tecnologica e rispetto dei diritti creativi.
Hayao Miyazaki, noto per la sua dedizione all'animazione tradizionale, ha espresso opinioni negative riguardo all'utilizzo delle immagini generate al computer. Nel contesto del documentario citato, egli mette in evidenza come alcune applicazioni tecnologiche possano apparire artificiali e prive di empatia umana. Le sue riflessioni toccano temi profondi legati alla percezione del dolore e della vulnerabilità umana.
Miyazaki illustra un episodio personale quotidiano, osservando un amico che lotta contro una malattia degenerativa. Questa esperienza diretta gli fa comprendere quanto certe animazioni digitali possano risultare distaccate dalla realtà umana. Secondo lui, la tecnologia che genera movimenti innaturali o grotteschi trascura completamente l'essenza della vita e del soffrire. Egli conclude che preferisce mantenere il proprio lavoro fedele alle tecniche manuali, rifiutando ogni integrazione con metodi digitali che potrebbero comprometterne l'autenticità morale ed estetica.