Il secondo film diretto da Valerio Mastandrea, "Nonostante", rappresenta un passo avanti significativo nella sua carriera di regista. Questo progetto esplora le sfumature del sentimento amoroso attraverso una storia originale ambientata in un contesto insolito. L'opera si concentra sul tema del limbo emotivo, dove i personaggi lottano contro la paura di immergersi completamente nelle loro emozioni. Attraverso dialoghi intensi e situazioni realistiche, il film offre uno sguardo profondo sulla natura umana e sui conflitti interni che caratterizzano l'amore moderno.
Iniziato durante il periodo della pandemia, "Nonostante" riflette l'influenza di quel momento storico sulla percezione delle relazioni umane. La collaborazione con Enrico Audenino ha permesso di creare un equilibrio perfetto tra toni leggeri e tematiche più complesse. Il protagonista, interpretato dallo stesso Mastandrea, vive una trasformazione interiore grazie all'incontro con un personaggio irrequieto e ribelle, interpretato da Dolores Fonzi. Questo contrasto porta alla luce aspetti nascosti della personalità dei protagonisti e delle dinamiche relazionali.
In questo primo segmento, viene analizzata l'abilità di Valerio Mastandrea nel catturare l'essenza del limbo emotivo attraverso un contesto clinico. L'ambientazione ospedaliera serve come metafora per esplorare le paure e le incertezze che accompagnano l'amore contemporaneo. I personaggi principali si trovano in uno stato di stasi emotiva, dove la sicurezza apparente dell'ospedale diventa una prigione confortevole.
La narrazione segue il protagonista mentre naviga in questo stato di sospensione emotiva. L'incontro con un nuovo paziente, caratterizzato da un temperamento irrequieto, scuote le fondamenta del suo mondo ordinato. Questo incontro non solo mette in discussione la sua percezione della realtà ma lo costringe anche a confrontarsi con emozioni fino ad allora represse. La scrittura di Mastandrea e Audenino riesce a catturare con precisione queste trasformazioni interiori, rendendo ogni conversazione e azione significativa. Il titolo, ispirato da Angelo Maria Ripellino, funge da filo conduttore per comprendere la natura fragile e resiliente dell'essere umano. Questa consapevolezza permette ai personaggi di affrontare le proprie paure e di crescere attraverso l'amore.
Valerio Mastandrea affronta la duplice sfida di dirigere e recitare nello stesso film. Questa esperienza gli permette di approfondire ulteriormente la sua comprensione del processo creativo. La fase di montaggio rivela nuove dimensioni del personaggio principale, offrendo al regista la possibilità di riconsiderare le sue scelte artistiche. Questa introspezione è essenziale per sviluppare un rapporto autentico tra i registri diversi presenti nel film.
Mastandrea descrive il processo di realizzazione di "Nonostante" come un viaggio formativo. Inizialmente preoccupato per la difficoltà di gestire entrambi i ruoli, scopre presto che questa sfida lo aiuta a maturare come artista. La decisione di inserire elementi surreali e momenti d'assurdità arricchisce il tessuto narrativo, creando un equilibrio unico tra leggerezza e profondità. Durante il montaggio, alcune scene vengono eliminate o modificate per migliorare il flusso della storia. Questo atteggiamento flessibile dimostra l'impegno del regista verso la qualità artistica e la completezza del racconto. La conclusione finale, benché differente dalle prime idee, riflette fedelmente l'intento originale del film: incoraggiare il pubblico a gettarsi nella vita senza paura, abbracciando i rischi e le opportunità che essa offre.