Nel corso della storia, le frontiere africane hanno subito profonde trasformazioni, influenzate da decisioni prese lontano dal continente. Questo articolo esplora le ragioni per cui i confini africani presentano configurazioni così peculiari, spesso rettilinee o estremamente frastagliate. In particolare, si sofferma sulla singolare conformazione del Gambia e sull'esistenza di tre paesi chiamati Guinea e due Congo. Tali caratteristiche sono il risultato di un processo iniziato durante la cosiddetta "corsa all'Africa", culminata nella Conferenza di Berlino del 1884-1885. Questo evento segnò un punto di svolta nella divisione del continente tra le potenze europee, lasciando un'ormai indiscutibile eredità geografica.
La mappa dell'Africa nel 1880 mostrava solo il 10% del territorio sotto controllo europeo, principalmente lungo le coste. Entro il 1914, questo percentuale era salita al 90%, con poche nazioni europee che dominavano gran parte del continente. Le potenze coloniali, come Regno Unito, Francia, Germania, Portogallo e Belgio, avevano iniziato a inviare esploratori per assicurarsi rotte commerciali e accordi con leader locali. Il rischio di conflitti tra queste nazioni portò alla convocazione della Conferenza di Berlino, dove fu deciso come suddividere il continente ricco di risorse naturali.
I diplomatici di quattordici paesi parteciparono a questa conferenza cruciale, ma nessuna rappresentanza africana fu invitata. L'accordo finale stabiliva regole per l'occupazione effettiva delle terre e promuoveva il libero commercio nei bacini del Congo e del Niger. Nonostante le dichiarazioni ufficiali sul benessere degli abitanti locali, la realtà storica ha dimostrato tutt'altra cosa. Atrocità e soprusi furono commessi in varie regioni, dal Congo alla Namibia, senza considerazione per gli impegni formali.
Quando nel 1963 venne fondata l'Organizzazione dell'unità africana, oggi Unione africana, i nuovi stati decisero di mantenere intatti i confini ereditati dalla colonizzazione. Tuttavia, le guerre e i conflitti successivi hanno ulteriormente modificato la geografia politica del continente. Oggi, la configurazione dei confini africani continua a riflettere l'impronta lasciata da quelle decisioni prese a tavolino più di un secolo fa. La complessità di questa eredità richiede una profonda riflessione sulla storia e sulle sue conseguenze durature.