Il futuro della compagnia assicurativa Generali si trova al centro di un’intensa competizione tra due grandi forze del settore finanziario. Il 24 aprile 2025, durante l’assemblea annuale, si deciderà la composizione del nuovo consiglio di amministrazione, con Mediobanca e il gruppo Caltagirone-Del Vecchio pronti a contendersi l’influenza sul destino dell’azienda. Questo scontro rappresenta non solo una battaglia strategica ma anche una sfida che potrebbe determinare la governabilità futura della società.
Nel contesto delle assemblee precedenti, l’attenzione si è concentrata su due liste principali presentate dai protagonisti del settore. Nel 2022, ad esempio, si era registrata una grande partecipazione, con il 70,6% del capitale depositato per il voto, rispetto all’anno precedente in cui l’affluenza era stata del 50,5%. Allora, la lista supportata da Mediobanca aveva ottenuto il 57,7% dei voti presenti, pari al 40,4% del capitale totale, grazie a fattori come il prestito titoli e il sostegno degli investitori istituzionali.
Quest’anno, tuttavia, le regole cambiano radicalmente. Con l’introduzione di nuove disposizioni legali dal governo Meloni, non sarà più possibile presentare una lista ufficiale del consiglio di amministrazione uscente, rendendo la situazione più complessa. Mediobanca presenterà una lista di maggioranza con 13 candidati, mentre Caltagirone proporrà una lista corta di sei nominativi senza designare un’amministratore delegato specifico. Inoltre, Assogestioni contribuirà con una lista minore di tre o quattro candidati.
Per garantire la vittoria, Mediobanca avrà bisogno del 35% più una singola azione del capitale. Tuttavia, considerando i cambiamenti intervenuti dopo il 2022, inclusa la vendita di quote da parte di De Agostini e l’incertezza legata alla posizione di UniCredit, il quadro appare incerto. Se Mediobanca dovesse vincere, otterrebbe dieci posti nel consiglio, lasciando tre posizioni alle minoranze. Ma se fosse una lista di minoranza, come quella di Caltagirone, a prevalere, verrebbero assegnati sei posti direttamente ai vincitori e gli altri sette distribuiti proporzionalmente.
Questa eventualità potrebbe portare a uno stallo nella governance, poiché sarebbe difficile trovare un accordo sui ruoli chiave, come quello di amministratore delegato. Tale scenario metterebbe in discussione la capacità dell’azienda di operare efficacemente sotto una leadership divisa.
L’impatto di queste decisioni andrà oltre il mero controllo aziendale. L’operazione prevista da Monte dei Paschi su Mediobanca, programmata per giugno o luglio 2025, aggiunge ulteriori incognite al panorama. Gli sviluppi successivi dipenderanno quindi non solo dalle scelte immediate degli azionisti ma anche dagli eventi futuri che potrebbero influenzare l’equilibrio di potere all’interno di Generali.
In conclusione, l’assemblea del 2025 rappresenta un punto di svolta cruciale per la società. Le dinamiche in gioco mostrano come la gestione del capitale e le relazioni tra i principali attori finanziari possano determinare non solo il futuro operativo di Generali ma anche il modo in cui verranno affrontate le sfide future nel settore assicurativo globale. Gli occhi di tutto il mondo finanziario saranno puntati su questo evento, in attesa di capire chi guiderà Generali verso nuovi orizzonti.