Cronaca
La Musica Tace: Un Album di Rumori Bianchi Contro le Nuove Norme sul Copyright
2025-03-03

Nel febbraio del 2025, più di mille musicisti britannici hanno lanciato un album composto esclusivamente da rumori bianchi per protestare contro le modifiche alla legge sul copyright proposte dal governo. Questa iniziativa mirava a evidenziare il rischio che la nuova normativa potrebbe portare alla scomparsa delle voci musicali, sia metaforicamente che letteralmente. Gli artisti temono che la regolamentazione possa costringerli a monitorare e proteggere le proprie opere in un ambiente digitale vasto e complesso. Il progetto ha incluso personalità come Annie Lennox e Damon Albarn, con i proventi destinati all'associazione benefica Help Musicians.

Un Silenzio Significativo: Simbolismo e Messaggio dell'Album

L'album intitolato "Is This What We Want?" presenta tracce composte solo da suoni prodotti in studi vuoti, simboleggiando il timore degli artisti riguardo alla possibile sparizione delle loro voci nel panorama musicale. Ogni titolo di traccia è una parola che, letta insieme, forma la frase "Il governo britannico non deve legalizzare il furto di musica per favorire le aziende di intelligenza artificiale". L'iniziativa, guidata da Ed Newton-Rex, ha raccolto il sostegno di altri noti musicisti, evidenziando l'importanza della questione.

Questo gesto artistico si colloca in un contesto globale di dibattito sulla parte che l'intelligenza artificiale gioca nella creazione artistica. Da una parte, gli artisti denunciano l'appropriazione indebita delle loro opere; dall'altra, esiste una comunità creativa che vede nell'intelligenza artificiale uno strumento di collaborazione piuttosto che un mezzo di furto. La protesta ha messo in luce come la tecnologia stessa non sia il problema, ma piuttosto la maniera in cui viene regolamentata e utilizzata.

Una Discussione Più Ampia: Tecnologia e Modello Economico

L'attenzione sulla rapacità delle aziende che sviluppano intelligenze artificiali nasconde una realtà più profonda: il modello estrattivo del capitalismo. Le piattaforme digitali hanno già minato il diritto d'autore molto prima dell'avvento dell'intelligenza artificiale, e questo sistema continua a strutturarsi per estrarre valore dai contenuti senza redistribuire equamente la ricchezza generata. La discussione dovrebbe quindi spostarsi dalla tecnologia stessa alla proprietà e alla governance di queste nuove tecnologie.

Inoltre, la pubblicazione dell'album su Spotify ha sollevato ulteriori domande. Nonostante la piattaforma abbia versato miliardi all'industria musicale, molti artisti indipendenti guadagnano cifre irrisorie, con meno di mille ascolti necessari per ricevere pagamenti. Funzionalità come il discovery mode, che offre promozioni algoritmiche in cambio di riduzioni dei diritti, possono amplificare queste disuguaglianze, mettendo ulteriormente in svantaggio gli artisti emergenti. La vera sfida sembra essere trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti degli artisti e lo sviluppo tecnologico, evitando che poche aziende detengano il controllo totale.

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