Il recente cambiamento di politica economica in Germania ha avuto un impatto significativo sugli Stati europei, specialmente Italia, Francia e Spagna. Mentre Berlino sta rivedendo il proprio approccio al debito e alle spese militari, i Paesi vicini si trovano a fronteggiare aumenti imprevisti nei costi del finanziamento del debito pubblico. Questa situazione mette in luce la necessità di nuove strategie per contenere tali costi.
Le misure tedesche, che includono un fondo infrastrutturale da 500 miliardi ed una revisione delle norme sul debito, hanno stimolato aspettative positive sulla crescita economica nazionale. Tuttavia, gli effetti collaterali hanno portato ad un aumento dei rendimenti sui titoli di Stato anche negli altri Paesi europei, senza benefici concreti per quest'ultimi. Ciò pone domande sull'efficacia delle politiche attuali e suggerisce soluzioni alternative per mitigare il problema.
La decisione tedesca di rivedere il vincolo costituzionale sul debito ha aperto una nuova fase nell'economia europea. Il pacchetto di misure include l'aumento delle spese militari e investimenti infrastrutturali, influenzando positivamente le previsioni di crescita del Paese. Tuttavia, tale movimento ha trascinato all'insù anche i rendimenti dei titoli italiani, francesi e spagnoli, nonostante la mancanza di simili progetti nei rispettivi Paesi.
Questo fenomeno si è verificato principalmente a causa dell'effetto contagio tra i mercati finanziari. L'aumento delle aspettative di crescita economica in Germania ha creato una dinamica di rischio globale, influenzando negativamente i Paesi vicini. Gli investitori, anticipando ulteriori emissioni di titoli legate alla spesa militare, hanno ridotto la domanda per titoli di Stato di altre nazioni europee, provocando un aumento dei relativi rendimenti. Tale situazione evidenzia come le scelte di un singolo Paese possano avere ripercussioni significative su tutta l'area euro.
Davanti a questa complessa situazione, alcune proposte sono state avanzate per lenire l'impatto economico negativo sui Paesi più vulnerabili. In particolare, esperti come Michala Marcussen della Société Générale hanno suggerito di modificare la politica monetaria attuale o di utilizzare strumenti già esistenti per proteggere i mercati finanziari. Queste opzioni potrebbero offrire sollievo immediato ai Paesi con bilanci meno stabili.
Una prima soluzione consiste nell'allentare la restrizione monetaria impostata dalla Banca Centrale Europea (BCE). Una seconda via prevede il riacquisto di titoli emessi nel quadro del programma Pandemic emergency purchase programme (Pepp), evitando così che scadano senza essere reintegrati. Un'altra opzione interessante è l'attivazione del Transmission protection instrument (Tpi), uno strumento lanciato nel 2022 ma mai utilizzato fino ad oggi. Questo strumento sarebbe particolarmente efficace in caso di discostamenti tra la politica monetaria e la sua trasmissione effettiva ai vari Paesi dell'Unione Europea. L'uso del Tpi permetterebbe acquisti mirati di titoli di Stato nei casi in cui i costi di finanziamento salgano in modo non giustificato dai fondamentali economici. Queste strategie, se correttamente implementate, potrebbero contribuire a stabilizzare i mercati e a ridurre il peso del debito pubblico nei Paesi più colpiti.