I mercati finanziari globali continuano a risentire dell'incertezza generata dalle dichiarazioni e dalle azioni del presidente americano. L'Europa ha subito un calo significativo, influenzata dalla prospettiva di una recessione negli Stati Uniti e da minacce tariffarie verso il Canada, anche se queste sono state poi revocate. Wall Street, ancora sotto shock dopo una giornata difficile, ha mostrato fluttuazioni, con perdite contenute ma presenti. Nel frattempo, le principali aziende automobilistiche e farmaceutiche europee hanno registrato pesanti cali, mentre esperti economici come Larry Summers avvertono di un possibile rischio di recessione negli USA.
Il clima di incertezza ha colpito duramente i mercati europei, con le maggiori aziende perdendo oltre 279 miliardi di capitalizzazione. Le minacce tariffarie contro il Canada hanno particolarmente penalizzato il settore automobilistico, già esposto al commercio nordamericano. I titoli delle case automobilistiche hanno subito forti perdite, con Stellantis che ha perso quasi il 6% della sua quotazione. Anche l'industria farmaceutica, grande esportatrice verso gli Stati Uniti, non è stata immune da queste turbolenze. La piazza Affari italiana ha seguito la tendenza generale, chiudendo in calo dell'1,38%, in linea con altri mercati europei.
La situazione è stata ulteriormente aggravata dalle oscillazioni nelle politiche commerciali del governo americano. Inizialmente, il presidente Trump aveva annunciato misure punitive contro il Canada, provocando preoccupazione nei mercati. Tuttavia, successivamente ha revocato queste decisioni, creando ulteriore confusione. Questa instabilità ha reso difficile per gli investitori prevedere le mosse future del governo americano, aumentando l'ansia sui mercati finanziari. Le aziende automobilistiche, in particolare, si trovano in una posizione vulnerabile, dato il loro forte legame con il mercato nordamericano. La reazione immediata dei mercati alla possibilità di una tregua in Ucraina ha offerto un piccolo sollievo, ma rimane da vedere se questa positività sarà mantenuta.
Nonostante le fluttuazioni quotidiane, i mercati restano preoccupati per l'economia reale. Dati recenti indicano un terzo mese consecutivo di calo nella fiducia delle piccole imprese americane. Esperti economici come Larry Summers hanno espresso timori su una probabile recessione negli Stati Uniti, stimando una probabilità del 50%. Questo scenario potrebbe avere ripercussioni significative sull'economia globale. Inoltre, la bolla tecnologica americana rappresenta un ulteriore rischio, secondo analisti come Gros di Bocconi, che suggeriscono che una sua eventuale scoppietta potrebbe scatenare una recessione negli Stati Uniti.
La divergenza tra le aspettative europee e americane si sta facendo sempre più evidente. Mentre gli Stati Uniti sembrano affrontare sfide crescenti, l'Europa mostra segni di maggiore stabilità. L'euro ha raggiunto livelli non visti da mesi, tornando a 1,09 dollari. La questione ora è se questa differenza potrà persistere. Molto dipenderà dal destino dei piani di spesa militari e civili europei, nonché dalla futura politica tariffaria di Trump. Il 2 aprile sarà una data cruciale, quando il presidente americano dovrebbe decidere se attivare tariffe contro l'Europa. Fino ad allora, ogni sua dichiarazione potrebbe influenzare notevolmente i mercati finanziari. Questo clima di incertezza rende difficile fare previsioni precise, ma le prossime settimane saranno fondamentali per comprendere le dinamiche future dei mercati globali.