Nel corso di un'operazione antiterrorismo avvenuta nei giorni 10 e 11 marzo, il Burkina Faso ha lanciato una vasta iniziativa nei villaggi intorno a Solenzo. Questa regione, confinante con il Mali, è nota per l'attività di gruppi jihadisti che mettono in pericolo sia le comunità locali che le forze governative. Tuttavia, secondo quanto riportato da fonti giornalistiche africane, l'intervento si è trasformato in uno scenario di violenza perpetrata dai Volontari per la difesa della patria contro i civili di etnia peul. Numerosi video, analizzati da Human Rights Watch, mostrano almeno 58 civili uccisi, inclusi bambini e donne, insieme ad altre vittime ferite o immobilizzate.
La tensione nella zona occidentale del Burkina Faso non è nuova. Da tempo, diverse organizzazioni jihadiste operano lungo il confine con il Mali, tra cui il Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani. Questi gruppi hanno creato un clima di paura e instabilità, minacciando popolazioni innocenti e attaccando sistematicamente le autorità locali. L'operazione recente mirava a contrastare queste minacce, ma ha finito per esacerbare conflitti già presenti all'interno della società locale. Gli abitanti peul sono stati particolarmente colpiti, accusati erroneamente di sostenere i jihadisti.
Le accuse contro gli abitanti peul derivano dall'idea diffusa che questa comunità dia rifugio ai combattenti jihadisti. In realtà, tali presunte collaborazioni sono spesso il risultato della disperazione economica che affligge numerosi giovani della regione. Senza opportunità di lavoro o mezzi di sostentamento alternativi, alcuni giovani peul sono stati reclutati dai gruppi armati, alimentando così pregiudizi e ostilità nei loro confronti.
Dall'altra parte, le forze guidate dal capitano Ibrahim Traoré, arrivato al potere attraverso un colpo di Stato nel 2022, hanno integrato migliaia di volontari poco addestrati. Questi giovani, mandati in prima linea dopo solo pochi giorni di formazione, mancano delle competenze necessarie per gestire situazioni complesse e delicate. Le azioni dei volontari durante l'operazione hanno quindi contribuito ad aumentare la polarizzazione sociale, piuttosto che risolvere il problema alla radice.
L'incidente ha sollevato gravi questioni sui metodi utilizzati dalle autorità burkinabè per combattere il terrorismo. La brutalità dimostrata verso una comunità civile vulnerabile evidenzia la necessità di rivedere le strategie militari e promuovere una maggiore sensibilità culturale tra le forze di sicurezza. Solo con un approccio più equilibrato sarà possibile garantire la protezione delle popolazioni locali mentre si combatte efficacemente il fenomeno jihadista.