Finanza
Ripensare gli Investimenti nel Settore della Difesa: Un Cambiamento di Strategia in Europa
2025-03-28

La decisione dell'Unione Europea di aumentare i propri sforzi in termini di difesa ha innescato un riformulazione delle strategie da parte dei gestori patrimoniali europei. Tradizionalmente escluso dai portafogli sostenibili, il settore della difesa sta diventando sempre più allettante a causa delle crescenti tensioni geopolitiche e del conseguente aumento degli stanziamenti per la sicurezza. Mentre alcuni investitori hanno iniziato a rivalutare le proprie posizioni nei confronti di aziende come Airbus e Rolls-Royce, altre istituzioni stanno considerando l'inclusione di titoli legati alla difesa nei loro fondi ESG. Tuttavia, questa nuova tendenza non è priva di sfide etiche e regolamentari.

In seguito all'annuncio di un piano di riarmo che prevede investimenti stimati intorno agli 800 miliardi di euro, il settore della difesa europea si trova al centro dell'attenzione finanziaria. L'incremento delle spese per la sicurezza nazionale, motivato anche dalle dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, ha reso inevitabile una revisione delle politiche di investimento. Secondo dati Morningstar, i gestori europei hanno già aumentato l'esposizione al settore aerospaziale e della difesa, passando dallo 0,7% del 2022 all'1,1% alla fine del 2024. Questo cambiamento riflette una maggiore consapevolezza dell'importanza strategica del settore.

Gli asset manager britannici, tra cui Legal & General, stanno pianificando un aumento significativo delle partecipazioni nei titoli legati alla difesa. La svizzera UBS Asset Management ha avviato un processo di revisione delle sue esclusioni, mentre Mercer, un importante consulente per i fondi pensione, sostiene che inclusione del settore sia essenziale per garantire la sicurezza europea. Le aziende tedesche e italiane, come Rheinmetall e Leonardo, stanno beneficiando direttamente di questa nuova ondata di interesse, raggiungendo nuovi massimi storici.

Nonostante l'interesse crescente, alcune questioni rimangono irrisolte. Le normative UE e britanniche non vietano completamente gli investimenti nel settore della difesa, ma l'impatto sulle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) continua a essere un fattore critico. Carl Haglund, amministratore delegato di Veritas, ha evidenziato come l'esclusione della difesa richieda oggi maggiori giustificazioni rispetto al passato. Inoltre, la complessità legata all'utilizzo finale delle armi rappresenta un ostacolo significativo per molte istituzioni finanziarie.

La pressione politica sta crescendo in modo visibile. Politici britannici hanno sollecitato gli investitori a supportare il settore militare, mentre la Francia ha suggerito di eliminare i vincoli ESG sui prestiti legati alla difesa. Alcuni grandi gestori patrimoniali, come BNP Paribas, mantengono un impegno saldo verso il settore, mentre altri, come Amundi e Schroders, preferiscono mantenere le loro politiche invariate. Nel frattempo, società minori come Mirova stanno cercando di trovare un equilibrio tra considerazioni etiche e la necessità di proteggere l'Europa dalle minacce emergenti.

L'evoluzione del panorama geopolitico ha imposto ai gestori patrimoniali europei una ridefinizione delle priorità. Sebbene il settore della difesa continui a sollevare interrogativi etici, la sua importanza strategica non può essere ignorata. Con l'aumento delle spese per la sicurezza e il cambiamento delle aspettative dei clienti, il futuro degli investimenti in questo campo appare destinato a un ulteriore sviluppo. Gli asset manager dovranno trovare modi innovativi per conciliare obiettivi finanziari con principi di sostenibilità e responsabilità sociale.

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