L'Europa sta attraversando un momento di riflessione critica riguardo alla propria sicurezza e difesa, influenzata dalle politiche di una nuova amministrazione statunitense. Le recenti rivelazioni di un sondaggio condotto in nove nazioni dell'Unione europea evidenziano un'inversione significativa delle preferenze pubbliche. Un vasto consenso si è manifestato tra i cittadini europei, che ritengono necessario affidarsi alle proprie risorse per garantire la protezione del continente. Solo una piccola minoranza continua a vedere negli Stati Uniti un alleato affidabile in questo contesto.
Gli stati tradizionalmente atlantisti mostrano ora un forte orientamento verso l'autonomia difensiva. Ad esempio, paesi come la Germania e l'Italia stanno rivalutando le loro strategie, con un'enfasi crescente sulla cooperazione interna. In Francia, il sostegno per un'esercito comune europeo è particolarmente marcato, mentre idee come l'estensione dell'ombrello nucleare francese trovano un'accoglienza favorevole tra i cittadini. Tuttavia, aumentare le spese militari rappresenta ancora un ostacolo per molte regioni, con opinioni contrastanti che riflettono le priorità economiche nazionali.
Questo cambiamento d'atteggiamento è indubbio frutto di fattori globali, tra cui l'impatto della guerra in Ucraina e le critiche mosse al leader americano. La maggior parte dei cittadini europei considera il presidente statunitense un avversario piuttosto che un alleato. Tale percezione alimenta un movimento verso l'indipendenza strategica e un maggiore senso di unità in tempi di crisi. Ora, ai politici europei spetta il compito di trasformare questa mobilitazione popolare in azioni concrete, dimostrando di essere all'altezza delle aspettative poste nei loro confronti.