Il panorama del calcio femminile italiano si presenta come un mosaico di contrasti: da una parte, una promettente evoluzione che lo sta portando sotto i riflettori internazionali; dall'altra, problematiche profonde legate alla sostenibilità economica e alle condizioni di lavoro delle atlete. Nonostante l'entusiasmo generato dai successi delle nazionali giovanili e le previsioni di una rapida espansione globale, il percorso verso una piena professionalizzazione e uguaglianza è ancora costellato di ostacoli, rendendo il quadro attuale un intreccio complesso di avanzamenti e resistenze.
\nIn questi giorni, il calcio femminile italiano si trova al centro dell'attenzione, con la nazionale maggiore impegnata nel campionato europeo in Svizzera. Sebbene non sia tra le favorite, la squadra si inserisce in un contesto di rinnovata speranza, alimentato dai recenti trionfi delle selezioni giovanili. In particolare, la squadra Under 19 ha raggiunto, dopo quattordici anni, la semifinale del torneo continentale, e sia questa che l'Under 17 si sono qualificate per i prossimi mondiali di categoria. Questi risultati non sono frutto del caso, ma il risultato di un lungo e meticoloso lavoro di sviluppo.
\nQuesto slancio si allinea a una previsione globale ottimistica: uno studio di Nielsen Sports, in collaborazione con PepsiCo, intitolato “Undervalued to unstoppable”, prefigura un'impressionante crescita del numero di appassionati di calcio femminile, che entro il 2030 potrebbe superare gli 800 milioni di persone, con un aumento del 38% rispetto ai dati attuali. Si stima che nei prossimi cinque anni il calcio femminile possa affermarsi come il quinto sport più seguito a livello mondiale, delineando un futuro di significativi ritorni economici.
\nTuttavia, la realtà italiana presenta ancora delle sfumature. Se da un lato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha elogiato la crescita «straordinaria» del settore femminile, con un incremento del 35% delle presenze medie allo stadio nella Serie A femminile 2023-2024 rispetto alla stagione 2021-2022, dall'altro emergono criticità non indifferenti. Un esempio lampante è stata la decisione della Sampdoria Women di non iscriversi al campionato di Serie B, motivata da una «revisione strategica e organizzativa» volta a garantire la «sostenibilità economica» e il «consolidamento del club».
\nA ciò si aggiungono le sconcertanti testimonianze raccolte dalla Fifpro, la Federazione internazionale delle associazioni dei calciatori professionisti, che hanno rivelato gravi situazioni di abuso e negligenza. Il caso del Pomigliano, con episodi di stipendi non versati, falsificazione di firme, aggressioni e carenze mediche, insieme a invasioni della privacy e molestie, dipinge un quadro allarmante, specialmente nelle categorie inferiori, dove tali problematiche sembrano essere, purtroppo, all'ordine del giorno.
\nMartina (pseudonimo), un'atleta con esperienza in diverse categorie, ha raccontato le difficoltà incontrate, inclusa la mancanza di libertà negli alloggi forniti dai club, con allenatori che detenevano le chiavi e controllavano le interazioni personali delle giocatrici. Ha descritto situazioni di sovraffollamento, con nove atlete costrette a condividere un unico bagno in determinate occasioni.
\nNonostante le sfide, il 1° luglio 2022 ha segnato una svolta significativa per la Serie A femminile, con il riconoscimento dello status di campionato professionistico, garantendo alle atlete condizioni contrattuali più eque, protezione in caso di infortunio e maternità, e contributi previdenziali. Per le serie minori, invece, il percorso è ancora lungo.
\nParallelamente al calcio professionistico, fioriscono in Italia iniziative di calcio popolare, che uniscono la passione per lo sport all'impegno sociale. Un esempio è la squadra “Inguastite Fc” di Perugia, il cui nome, che significa “arrabbiate” in diversi dialetti del centro Italia, riflette la loro «rabbia che alimenta il bisogno di giustizia sociale». Con giocatrici di età compresa tra i 19 e i 48 anni, molte delle quali alle prime esperienze calcistiche, le Inguastite Fc incarnano il valore dell'inclusione, un principio che la capitana Ileana Forneris non aveva trovato nelle sue esperienze precedenti in Serie B. Ileana auspica una sinergia tra le grandi realtà sportive e le piccole iniziative territoriali, convinta che solo così si possa ispirare le nuove generazioni e costruire un futuro più equo per il calcio femminile.
\nL'interesse per la nazionale tra queste giocatrici di calcio popolare è misto, con molte che non seguono abitualmente il calcio femminile, ma la speranza è che l'impegno e i successi attuali possano accendere la scintilla anche tra chi è meno avvezzo a questo sport.
\nQuesto dualismo tra il potenziale inespresso e le conquiste reali, tra le aspirazioni di professionalità e le persistenti fragilità strutturali, definisce l'attuale fase del calcio femminile italiano. È un momento di trasformazione, in cui il desiderio di crescita si scontra con la necessità di affrontare e risolvere le problematiche ereditate da un passato di minore attenzione e investimenti.