Finanza
Il Sottile Equilibrio tra Spesa Sanitaria Privata e Pubblica in Italia
2025-02-18

Nel panorama sanitario italiano, emerge una situazione preoccupante: le famiglie spendono oltre 40 miliardi di euro all'anno per la salute, ma lo fanno in modo inefficiente. Secondo i dati presentati dall'Osservatorio Nazionale Welfare & Salute (ONWS) e Gimbe, circa il 40% di questa spesa riguarda servizi a basso valore aggiunto. Inoltre, la spesa mediata da fondi sanitari e assicurazioni è estremamente bassa, segno di un ritardo nel sistema di copertura. Questa situazione pone l'Italia molto lontana dalla soglia suggerita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che consiglia che la spesa out-of-pocket non superi il 15% del totale.

Un Analisi Profonda della Spesa Sanitaria Italiana

Nei mesi autunnali del 2023, l'Osservatorio Nazionale Welfare & Salute (ONWS) e l'Osservatorio Gimbe hanno presentato al Cnel una ricerca che mette in evidenza come l'Italia sia ben distante dagli standard internazionali. La spesa sanitaria totale ha raggiunto 176,1 miliardi di euro, con una quota significativa, pari a 40,6 miliardi, sostenuta direttamente dalle famiglie. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha evidenziato tre fenomeni chiave: il sottofinanziamento pubblico, la debolezza del sistema di intermediazione e il crescente carico economico sulle famiglie.

La spesa out-of-pocket pro capite in Italia, pari a 1.115 dollari, supera la media Ocse e Ue, con una differenza di 209 dollari. Le principali voci di spesa includono assistenza sanitaria per cura e riabilitazione, prodotti farmaceutici e apparecchi terapeutici, e assistenza a lungo termine. Tuttavia, quasi il 40% di questa spesa è considerata inefficace, come spiega Ivano Russo, presidente di ONWS. Molte famiglie rinunciano alle cure per motivi economici, un fenomeno che sta crescendo.

Inoltre, la spesa intermediata attraverso fondi sanitari e polizze è marginale, ammontando a 5,2 miliardi di euro, ovvero solo il 3% del totale. Questo valore pro capite è meno della metà della media Ocse e ben al di sotto della media dei paesi Ue. La crisi della sanità pubblica sta spostando sempre più bisogni di salute sui fondi sanitari, mettendo a rischio la loro sostenibilità.

Da un angolo diverso, i medici sono stressati e insoddisfatti, affermando che la sanità pubblica è peggiorata negli ultimi cinque anni. Il 31,6% della spesa intermediata viene assorbito dai costi di gestione, mentre poco meno del 70% è destinato ai servizi per gli iscritti.

Da un punto di vista giornalistico, questi dati sollevano interrogativi importanti sulla necessità di riformare il sistema sanitario italiano. È essenziale trovare un equilibrio tra spesa privata e pubblica, promuovendo politiche che favoriscano l'efficienza e l'equità nell'accesso alle cure. Solo così si potrà garantire una salute migliore per tutti i cittadini italiani.

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