Nel corso dei primi 100 giorni del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, il panorama geopolitico globale è stato notevolmente alterato. La sua gestione ha sollevato dubbi sul futuro della politica fiscale statunitense, sull'indipendenza della banca centrale e sulla stabilità dell'ordine monetario internazionale. Inoltre, le tensioni commerciali hanno creato incertezze per gli investimenti aziendali e la fiducia dei consumatori.
Il dollaro americano si trova in una fase delicata di debolezza, influenzato sia da fattori strutturali che ciclici. L'atteggiamento attento della Federal Reserve potrebbe determinare ulteriori cambiamenti economici e monetari, mentre l'impatto delle politiche di Trump continua a essere valutato dagli analisti finanziari.
Gli effetti delle misure tariffarie imposte dal governo Trump stanno modificando radicalmente il commercio internazionale. Sebbene alcune campagne possano aver raggiunto il loro apice, negoziati prolungati sono previsti prima della scadenza di luglio. Questa situazione sta esercitando una pressione costante sugli investimenti e la sicurezza economica globale.
I negoziati con la Cina rappresentano un caso particolare. Nonostante la posizione strategica cinese, legata all'esportazione di beni essenziali verso gli Stati Uniti, giungere a un compromesso appare difficile per motivi politici. Un eventuale accordo di "Fase Uno" non risolverebbe i problemi fondamentali legati alla crescita economica cinese e alle sue pratiche industriali. Inoltre, l'approccio di Trump sembra mirare ad indebolire le alleanze strategiche della Cina, complicando ulteriormente le dinamiche geopolitiche.
Il valore del dollaro americano è diminuito significativamente dall'inizio dell'anno, ma resta sopravvalutato rispetto ai criteri fondamentali. Questa tendenza è alimentata da preoccupazioni riguardanti lo stagflazione e dalla sfiducia nell'ordine monetario globale centrato sugli Stati Uniti. Gli attacchi a istituzioni come la magistratura e la Federal Reserve potrebbero accelerare questa fuga di capitali.
In questo contesto, la Federal Reserve si trova in una posizione complessa. Le imprese importatrici hanno anticipato gli ordini temendo un peggioramento delle condizioni commerciali, causando un rallentamento nel PIL americano. Una possibile recessione negli Stati Uniti e uno shock deflazionistico globale sono scenari sempre più probabili. La Fed, quindi, potrebbe mantenere un atteggiamento attendista, influenzata anche dalle aspettative dei mercati sui tagli dei tassi d'interesse. Tuttavia, queste previsioni devono essere valutate criticamente, considerando la volatilità delle politiche trumpiste e le reazioni del settore privato.