Nel contesto del conflitto israelo-palestinese, l'attenzione si è spostata sui problemi interni che affliggono il popolo palestinese. Al centro della discussione c'è l' Autorità Nazionale Palestinese (Anp), nata dagli accordi di Oslo nel 1994. Questa struttura, finanziata e sostenuta dagli Stati Uniti e dai loro alleati, viene percepita sempre più come distaccata dalle reali esigenze dei cittadini. Mahmoud Abbas, presidente anziano dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) e dell'Anp, si trova al centro delle critiche per la sua incapacità di rappresentare efficacemente i palestinesi, nonché per aver favorito un sistema politico centralizzato ed esclusivo.
L'autorità di Abbas, ormai oltre il termine legale del suo mandato, è messa in discussione dalla crescente insoddisfazione popolare, aggravata dall'inazione durante la crisi a Gaza. La leadership ha preferito rafforzare istituzioni come il Consiglio Centrale, limitando ulteriormente il ruolo del Consiglio Nazionale, l'organo legislativo principale dell'Olp. Questa manovra ha portato all'esclusione di vaste fasce di palestinesi, inclusi quelli della diaspora e di Gerusalemme, dal dibattito sul futuro della nazione.
In aprile, Abbas ha convocato il Consiglio Centrale con l'intento di modificare unilateralmente lo statuto dell'Olp, introducendo una figura di "vicepresidente". Tale decisione, presa senza consultazioni ampie, ha confermato le paure di un processo antidemocratico di successione. La nomina di Hussein al Sheikh, noto per i suoi legami con Israele, ha suscitato opposizione tra la popolazione, riflettendo un generale discredito nei confronti della direzione politica attuale.
Gli sforzi di mobilitazione della diaspora, come l'inclusione di rappresentanti selezionati dalla comunità palestinese cilena, hanno ulteriormente evidenziato l'approccio conservatore e poco partecipativo dell'Anp. L'esclusione deliberata della partecipazione pubblica e la centralizzazione del potere continuano a indebolire la legittimità della leadership palestinese.
Il problema della rappresentanza palestinese rimane quindi aperto, mentre le potenze internazionali persistono nel sostegno ad una struttura politica che appare sempre meno in grado di rispondere alle aspettative del popolo che dovrebbe rappresentare. Le sfide interne alla leadership sono divenute altrettanto cruciali quanto quelle poste dall'occupazione israeliana, richiedendo urgentemente una ridefinizione del rapporto tra leader e cittadini.