L'annuncio dell'Assemblea nazionale della Nicaragua riguardo l'approvazione definitiva della riforma costituzionale ha sollevato molte preoccupazioni. Questa modifica conferisce a Daniel Ortega e Rosario Murillo, rispettivamente presidente e vicepresidente, un potere incontestabile come capi dello stato. La riforma estende il loro mandato da cinque a sei anni, con la possibilità di ricandidarsi all'infinito. Inoltre, la legge consente ai due leader di coordinare gli organi legislativi, giudiziari ed elettorali, nonché le amministrazioni regionali e comunali. L'introduzione di nuovi simboli nazionali e la creazione di una forza di polizia volontaria civile sono tra le altre modifiche significative. Le Nazioni Unite hanno espresso grande apprensione per la progressiva erosione delle libertà civili e politiche nel paese.
L'approvazione della riforma costituzionale segna un punto di svolta nella storia politica del Nicaragua. Daniel Ortega, insieme alla moglie Rosario Murillo, ora detiene un controllo quasi totale sulle istituzioni nazionali. Il mandato presidenziale è stato esteso da cinque a sei anni, permettendo al duo di governare fino al 2028. Questa modifica apre la strada a futuri mandati illimitati, consolidando ulteriormente il loro dominio. I due leader possono ora supervisionare direttamente gli organi legislativi, giudiziari ed elettorali, nonché le amministrazioni locali, che erano precedentemente indipendenti.
Questa riforma rappresenta una svolta decisiva verso un sistema politico più centralizzato. Gli ex guerriglieri, che già detenevano un'influenza considerevole, ora possono agire senza restrizioni significative. La definizione del Nicaragua come uno stato "rivoluzionario" e "socialista", unita all'inclusione della bandiera rossa e nera del Fronte sandinista, riflette la visione ideologica del regime. Tuttavia, questa mossa suscita preoccupazioni internazionali, poiché minaccia la diversità politica e la separazione dei poteri, pilastri fondamentali di una democrazia funzionante.
La riforma ha portato a cambiamenti profondi nella struttura sociale e politica del Nicaragua. La creazione di una "forza di polizia volontaria" composta da civili e la revoca della cittadinanza per chi è considerato "traditore" sono misure drastiche che hanno generato tensioni interne. Circa 450 individui, tra cui politici, imprenditori, giornalisti e attivisti per i diritti umani, sono stati espulsi dal paese e privati della nazionalità. Queste azioni hanno avuto un impatto significativo sulla società civile e sui gruppi di opposizione, riducendo ulteriormente lo spazio per il dissenso.
Le reazioni internazionali alla riforma costituzionale sono state prevalentemente negative. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espressamente dichiarato la propria "profonda preoccupazione", affermando che tali cambiamenti porteranno a un ulteriore regresso delle libertà civili e politiche. Reed Brody, un noto avvocato statunitense e membro di un gruppo di esperti ONU, ha descritto queste modifiche come la "distruzione definitiva dello stato di diritto" in Nicaragua. La comunità internazionale teme che l'aumento del controllo autoritario possa avere conseguenze durature sulla stabilità politica e sociale del paese, accentuando le divisioni e compromettendo i diritti fondamentali della popolazione.