Finanza
Le Sette Giganti del Mercato: Una Nuova Era per i Gestori Attivi
2025-05-06
Gli ultimi sviluppi nel panorama finanziario hanno ribaltato le strategie tradizionali dei gestori attivi, mettendo in luce la necessità di rivedere il modo in cui vengono costruiti i portafogli. L'ascesa delle sette aziende dominanti ha cambiato radicalmente il contesto di investimento, introducendo sfide e opportunità uniche.
Un Cambiamento Paradossale: Come Le Sette Giganti Stanno Riplasmaticando Il Mercato
La Concentrazione che Sfida i Gestori
Nel corso degli ultimi anni, il mercato azionario statunitense si è caratterizzato per una crescente concentrazione, con un numero limitato di aziende che detiene una fetta sempre più ampia della torta. Questa dinamica ha reso estremamente complesso il compito dei gestori attivi. Quando oltre un terzo del budget di rischio di un gestore è concentrato su poche società, emergono problemi significativi. Per esempio, negli anni precedenti al 2019, non possedere i cinque titoli principali dell’indice Russell 1000 comportava una perdita media di prestazioni tra i 150 e i 200 punti base all’anno. Tuttavia, dal 2019 in poi, questa cifra si è moltiplicata, arrivando a superare i 500 punti base annualmente.Questo aumento drastico rende difficile recuperare i deficit di prestazione, specialmente considerando che solo una piccola percentuale delle azioni nell’universo Russell 1000 riesce a superare il benchmark. Per i gestori esperti, ciò significa affrontare una probabilità molto elevata di selezionare titoli che sottoperformano rispetto ai loro standard di riferimento. Tale scenario rappresenta un contesto di investimento radicalmente diverso da quelli precedenti.Un Nuovo Approccio alla Gestione del Portafoglio
Il contesto attuale richiede un ripensamento delle strategie classiche di gestione del portafoglio. Oggi, la performance viene spesso valutata non solo rispetto a gruppi di pari, come accadeva venti anni fa, ma anche in relazione alle strategie passive e ai benchmark. Ciò introduce una pressione aggiuntiva sui gestori attivi, che devono trovare nuovi modi per distinguersi in un ambiente sempre più competitivo.Uno strumento chiave per mitigare l'impatto della concentrazione di mercato è quello di considerare le sette aziende dominanti come un tema o settore distinto. Questo approccio permette di evitare posizioni eccessive in un singolo tema e lascia disponibile un budget di rischio sufficiente per investimenti altrove. In pratica, ciò significa trattare queste aziende come una categoria separata, simile a temi emergenti come l’intelligenza artificiale o le criptovalute. Questo metodo contribuisce a migliorare la diversificazione del portafoglio e ad aumentare le possibilità di generare un potenziale alfa.I Fondamentali delle Sette Aziende Dominanti
Un aspetto cruciale della discussione riguarda i fondamentali delle sette aziende dominanti. Diversamente da quanto osservato in passato, questi fondamentali non mostrano alcun segno di ritorno alla media storica. Un fenomeno simile si è verificato solo all’inizio dell’ascesa delle utilities e delle ferrovie, quando organizzazioni monopolistiche hanno dominato il mercato fino all’intervento governativo.Le ricerche dimostrano come queste aziende siano in grado di capitalizzare il loro accesso a enormi quantità di dati. Prendiamo l’esempio di Alphabet, che ogni volta che un utente effettua una ricerca su Google, raccoglie informazioni utili per migliorare ulteriormente il proprio vantaggio competitivo. Questo circolo virtuoso si applica anche all’intelligenza artificiale, dove le aziende tecnologiche dominanti sono ben posizionate per trarre vantaggio dalle sue innovazioni.Tuttavia, è importante notare che nei trimestri recenti, il gruppo di società statunitensi più redditizie ha registrato un ulteriore aumento dei margini. Questo trend contrasta con molte strategie value e quantitative tradizionali, che si basano sul presupposto del ritorno alla media dei fondamentali.Margini sotto Pressione: Un Cambiamento Strutturale
Sebbene i fondamentali delle sette aziende dominanti sembrino solidi, ci sono segnali che indicano un punto di svolta imminente. Per gran parte del decennio scorso, queste aziende hanno investito in beni immateriali e operato in un trend di crescita di lungo termine con margini in continua espansione. Oggi, tuttavia, stanno diventando più cicliche e investono in beni materiali, affrontando venti contrari sui margini.Un esempio chiaro è Meta, che ha annunciato piani di spesa in conto capitale per 65 miliardi di dollari quest’anno, pari a circa il 30% delle sue vendite. Questo cambio di rotta trasforma l’azienda precedentemente asset-light e poco ciclica in una entità asset-intensive e molto più volatile. Sebbene Meta sia ben posizionata per beneficiare delle innovazioni future, gli investimenti necessari comportano incertezze significative sui risultati futuri.Inoltre, i margini delle aziende a mega capitalizzazione hanno raggiunto livelli storicamente elevati, che potrebbero rivelarsi insostenibili a causa di fattori come aliquote fiscali più alte, costi delle vendite crescenti e tassi di interesse più elevati del previsto. La fine dell’arbitraggio sui margini – ovvero l’utilizzo di prestiti a basso costo per riacquistare azioni – rende ancora più difficoltosa la manutenzione di questi margini elevati.Incognite Future: Il Ruolo delle Politiche Governative
Un’ulteriore fonte di incertezza deriva dalle politiche governative. Sebbene le aziende tecnologiche non siano direttamente colpite dai dazi come altri settori, è probabile che affrontino imposte reciproche da parte dell’Unione Europea e dell’Asia. Queste misure potrebbero influenzare significativamente i loro margini di profitto.Un parallelo interessante può essere tracciato con il periodo storico in cui le società di ferrovie e utilities dominavano il mercato, finché interventi governativi non hanno annullato i loro vantaggi competitivi. Anche se è prematuro affermare che i margini elevati delle sette aziende dominanti non saranno più sostenibili, sembra plausibile ipotizzare che abbiamo raggiunto un picco e che potremmo assistere a un deterioramento progressivo dei margini.