Cronaca
Richiesta di archiviazione per Netanyahu: un caso giudiziario sotto i riflettori internazionali
2025-06-26

Il 26 giugno, l'ex presidente statunitense Donald Trump ha sollecitato l'interruzione del processo per corruzione a carico del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, definendolo una vera e propria \"caccia alle streghe\". Attraverso il suo social network Truth Social, Trump ha espressamente dichiarato che il procedimento dovrebbe essere \"ANNULLATO IMMEDIATAMENTE\", oppure, in alternativa, che Netanyahu, da lui descritto come un \"Grande Eroe\", dovrebbe ricevere la grazia. Questa dichiarazione ha ricevuto un immediato ringraziamento da parte del premier israeliano.

Nel frattempo, la situazione interna israeliana si complica. Yair Lapid, figura di spicco dell'opposizione, ha pubblicamente invitato Trump a non intromettersi nelle questioni giudiziarie interne d'Israele, sottolineando l'importanza dell'indipendenza del paese. Parallelamente, Netanyahu ha richiesto un rinvio delle udienze del suo processo, adducendo come motivazione gli \"sviluppi geopolitici nella regione e nel mondo\". Questa richiesta, chiaramente legata al conflitto in corso a Gaza e agli scontri con l'Iran, evidenzia la sua necessità di dedicare tutte le energie alle urgenti questioni nazionali, diplomatiche e di sicurezza.

Le accuse contro Netanyahu sono molteplici e gravi. Il primo capo d'imputazione lo vede coinvolto, insieme alla moglie Sara, nell'accettazione di beni di lusso, tra cui sigari, gioielli e champagne, per un valore superiore a 260mila dollari, da magnati come il produttore cinematografico Arnon Milchan e l'uomo d'affari James Packer, in cambio di favori politici. Un secondo caso riguarda il tentativo di Netanyahu di influenzare la copertura mediatica a lui favorevole con Arnon Mozes, editore di Yedioth Ahronoth, il quotidiano più venduto in Israele. L'accordo prevedeva un impegno a limitare la diffusione di Israel Hayom, un popolare quotidiano gratuito. Infine, Netanyahu è accusato di aver facilitato una fusione desiderata da Shaul Elovitch, all'epoca azionista di maggioranza di Bezeq, il maggiore gruppo di telecomunicazioni israeliano, in cambio di una copertura mediatica positiva sul sito Walla, anch'esso di proprietà di Elovitch.

Il dibattito sull'indipendenza giudiziaria e sulle interferenze politiche internazionali solleva interrogativi fondamentali riguardo la sovranità nazionale e la giustizia. È essenziale che i principi di equità e trasparenza prevalgano, garantendo che i processi si svolgano senza indebite pressioni esterne, per tutelare l'integrità delle istituzioni e la fiducia pubblica nel sistema giuridico. Questo scenario ci spinge a riflettere sull'importanza di difendere lo stato di diritto e di promuovere un ambiente dove la giustizia possa operare in modo imparziale e autonomo, contribuendo a rafforzare la democrazia e la fiducia nei valori democratici.

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